Regia di Anton Giulio Majano vedi scheda film
Corsica, età napoleonica. Due gemelli sono divisi alla nascita da un fatto di sangue; uno diventa brigante, l’altro damerino. Si ritroveranno da adulti per vendicarsi insieme di chi ha sterminato la loro famiglia.
Tratto dal romanzo omonimo di Alexandre Dumas padre, con un adattamento di Fulvio Palmieri e una sceneggiatura firmata da Roberto Gianviti, Diego Fabbri e Anton Giulio Majano, per quest’ultimo I fratelli corsi è l’ultima regia cinematografica in assoluto; nel successivo quarto di secolo Majano proseguirà una fruttuosa carriera per il piccolo schermo intrapresa agli esordi della televisione di Stato, alla metà degli anni Cinquanta, specializzandosi nella trasposizione di note opere letterarie. Non sorprende più di tanto insomma la scelta di questo titolo, né può farlo la maniera in cui il Nostro mette in scena l’avventuroso testo del romanziere francese: siamo in pieno territorio cappa & spada e l’azione prevale sui dialoghi, il ritmo sulla composizione formale della scena, le emozioni forti sulla psicologia dei personaggi. Puro cinema popolare, intrattenimento fatto e finito, con validissimi collaboratori tecnici (fotografia di Adalberto Albertini, musiche di Angelo Francesco Lavagnino, montaggio di Adriana Novelli) e artistici, con un cast che vanta le presenze di Amedeo Nazzari, Geoffrey Horne, Valerie Lagrange, Mario Feliciani, Gerard Barray, Jean Servais, Nerio Bernardi ed Emma Danieli. Presumibilmente I fratelli corsi ha esaurito il suo potenziale di appeal sul pubblico in tempi piuttosto rapidi; oggi rimane un riempitivo da fascia notturna o mattutina per qualche canale tematico di cinema. 2,5/10.
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