Regia di Luca Davan (Mario Forges Davanzati) vedi scheda film
Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia, programmaticamente demenziale già dal titolo, è il primo film in cui Lino Banfi ha un ruolo da protagonista. Il caratterista - fino a quel momento - pugliese non delude affatto e nella raffica di scombiccherate gag costruitegli addosso (in una sceneggiatura firmata dalla coppia Faele e Castaldo) è inevitabile che prima o poi anche lo spettatore più serioso ceda alle risate: in questa storia dalla logica fumettistica e dai personaggi caricaturali le gag fioccano per cento minuti consecutivi, riuscite o meno che siano. A testimoniare la grande fiducia che il produttore Carlo Maietto (scopritore di Banfi, in un teatrino romano, qualche anno prima) ripone nel protagonista, basti notare che gli unici due nomi degni di nota del cast sono quelli di Aldo Giuffrè e Francesca Romana Coluzzi, relegati a ruoli di spalla del comico pugliese; per il resto è semplicemente uno sfrenato one-man-show (saprà fare di meglio, da questo punto di vista, solo Salce con Vieni avanti, cretino del 1982). Relegato in una macchietta c'è anche Alfonso Tomas, amico e collega di sketch comici di Banfi; fotografia di Stelvio Massi, che di lì a poco passerà alla regia con una serie di dozzinali poliziotteschi. Luca Davan è invece uno pseudonimo dietro cui si cela Mario Forges Davanzati. Curiosità, d'altronde piuttosto nota: Pasquale Zagaria è il vero nome di Lino Banfi. 5/10.
Un brigadiere pasticcione viene allontanato dalla polizia. Ma anche così riuscirà a finire in mezzo ai delinquenti... e ai guai: si metterà sulle tracce di un traffico di diamanti e, insieme alla coraggiosa moglie, ne verrà a capo.
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