Regia di Sergej Bondarchuk vedi scheda film
Il film di Bondarciuk è un'illustrazione, anche abbastanza fedele, di quanto è stato tramandato (compresa il mitologico mot de Cambronne) intorno alla celeberrima battaglia che pose fine, per sempre, al sogno imperiale di Napoleone. Tra le critiche principali mosse al film, è quella di essere poco innovativo dal punto di vista storiografico, ma dovrebbe sentirsi in imbarazzo chi muove una simile obiezione a un kolossal delaurentisiano, piuttosto che chi lo realizza secondo i piani che gli sono dettati dalla produzione. Di Waterloo è stata poi criticata l'eccessiva "fluvialità" e perfino l'eccessiva epicità, ma se negli ultimi duecento anni di storia europea, se vi è stato un evento epico, questo è stato (insieme all'intera prima guerra mondiale) proprio la battaglia di Waterloo. Altra critica: il Bonaparte di Rod Steiger. Domanda: erano possibili altri Bonaparte migliori di questo? Risposta: ovviamente sì. L'attore americano, però, chiamato spesso a interpretare grandi personaggi storici in momenti di crisi (come il Mussolini di Lizzani nel 1974), compie il proprio meglio per rendere i rovelli dello stratega che non si arrende di fronte all'evidente preponderanza numerica del nemico e si aggrappa alla propria intelligenza tattica, per gridare, come se fosse un feticcio o una parola magica, "Vittoria!".
Reticente sulla strage finale compiuta dai prussiani sui soldati francesi, che si fecero massacrare piuttosto che arrendersi, Bondarciuk inserisce alla fine del film un messaggio pacifista ingenuo e appiccicato con lo sputo. Giudizio sintetico: vale la visione, specialmente per gli appassionati di bonapartismo e di storia in generale.
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