Regia di Terry Jones vedi scheda film
Brian!
The babe they called Brian.
He grew, grew and grew
grew up to be
grew up to be
a boy called Brian,
a boy called Brian.
He had arms and legs
and hands and feet
this boy
whose name was Brian.
And he grew
grew, grew and grew
grew up to be
yes, he grew up to be
a teenager called Brian,
a teenager called Brian.
And his face became spotty
and his voice dropped down low
and things started to grow
on young Brian and show
he was certainly no
no girl named Brian,
not a girl named Brian.
And he started to shave
and have one off the wrist
and want to see girls
and go out and get pissed.
A man called Brian,
this man called Brian,
the man they called Brian,
this man called...
Brian!
[Brian Song, delirante gioiellino cantato da Sonia Jones durante i titoli di testa]
Anno 33 a.C.: i Re Magi (John Cleese, Graham Chapman e Michael Palin), nel prologo agli splendidi titoli di testa (animazioni curate da Terry Gilliam), giungono a Betlemme e sbagliano (almeno inizialmente) capanna, omaggiando con i loro doni la nascita di Brian (Graham Chapman), creduto il Messia. Li accoglie sua madre (Terry Jones), che li interroga sul futuro del figlioletto:
"E così siete astrologi? Lui che cos'è?".
"Eh?".
"Dico, di che segno è?".
"Capricorno".
"Ah, capricorno. E che tipi sono?".
"Lui è il figlio di Dio, il nostro Messia, il re dei Giudei...".
"Lo sono tutti i capricorni?".
"No, no, no, no, solo lui...".
"Ah, mi pareva... Se no sarebbero troppi...".
Brian, insieme a sua madre, attraversa trentatrè anni dopo la Giudea, incontra Gesù che predica ai fedeli, assiste ad una lapidazione (esilarante) di un bestemmiatore ("Ti avverto, se dici Geova un'altra volta"...), scoprendo anche di avere origini romane:
"Forse avrei dovuto dirtelo tanto tempo fa".
"Cosa?".
"Ecco, Brian... tuo padre non è il signor Cohen".
"Ma io non l'ho mai pensato...".
"Non essere sfacciato! Era un romano, Brian, era un centurione dell'esercito romano".
"Vuoi dire che ti violentò, mamma?".
"Beh, al principio sì...".
Si introduce nel Colosseo di Gerusalemme vendendo spuntini durante le "esibizioni" dei gladiatori ("Lingue di usignolo, fegati di scricciolo, cervelli di fringuello, orecchie di giaguaro, capezzoli di lupo... Provateli caldi, sono deliziosi... Cialde di dromedario, solo mezzo denaro... Pipistrelli toscani fritti"...) per unirsi ai cospiratori del Fronte Popolare Giudeo (anzi, della Giudea...), lì radunati segretamente a complottare contro gli oppressori romani. Finirà presto, però, col mettersi nei guai. I vertici del FPG, infatti, pianificano un rapimento:
"Dunque, entriamo qui dal sistema di riscaldamento sotterraneo, risaliamo qui attraverso il salone delle udienze, la stanza da letto della moglie di Pilato è qui... Una volta presa sua moglie informiamo Pilato che è in nostra custodia e presentiamo le nostre richieste. Nessuna domanda?".
"Quali sono le nostre richieste?".
"Diamo a Pilato due giorni per smantellare l'intero apparato dello stato imperialista romano e se non accetta la giustiziamo subito".
"Le tagliamo la testa?".
"La tagliamo a pezzi. Gliene spediamo uno ogni ora, così capisce che non scherziamo".
"E noi preciseremo che si deve prendere lui tutta la responsabilità se la facciamo a pezzi e che noi non cederemo mai e poi mai a un vile ricatto".
"No al vile ricatto!".
"Ci hanno dissanguato, quei bastardi. Hanno preso tutto ciò che avevamo e non solo da noi! Dai nostri padri e dai padri dei nostri padri".
"E dai padri dei padri dei padri!".
"Già...".
"E dai padri dei padri dei padri dei...".
"Basta, si è capito".
"E loro che cosa ci hanno mai dato in cambio?".
"L'acquedotto".
"Come?".
"L'acquedotto".
"Sì, quello ce l'hanno dato. È vero, già...".
"E anche le fognature".
"Oh sì, le fognature, Reg... Ti ricordi com'era prima la città?".
"Sì, va bene, vi concedo che l'acquedotto e le fognature sono due cose che hanno fatto i Romani".
"E anche le strade".
"Sì, ovviamente anche le strade. Non c'è neanche bisogno di dirlo, no?".
"Ma a parte le fognature, l'acquedotto e le strade...".
"L'irrigazione".
"E la medicina".
"L'istruzione".
"Va bene, va bene, d'accordo".
"E il vino".
"Già, il vino".
"Quello ci mancherebbe sul serio, Reg, se i Romani se ne andassero".
"I bagni pubblici".
"E dirò di più, ora si può uscire per le strade di notte".
"Beh, sanno mantenere l'ordine. Ammettiamolo, solo loro potevano riuscirci in un paese così".
"Va bene, ma a parte le fognature, la medicina, l'istruzione, il vino, l'ordine, l'irrigazione, le strade, gli impianti idrici e la sanità, che cosa hanno mai fatto i Romani per noi?".
"Hanno portato la pace".
"Ah, la pace? Ma chiudi il becco!".
E infatti la missione va storta, stroncata dalla scarsa coesione tra le fazioni interne dei cospiratori, e Brian si ritrova braccato dai Romani: per salvarsi si finge predicatore, viene creduto il nuovo Messia e, una volta arrestato, condannato alla crocifissione. Finale travolgente: e, al termine dei titoli di coda (al ritmo di Always Look on the Bright Side of Life cantata da Eric Idle), un invito per gli spettatori: "Se vi è piaciuto questo film perchè non andate a vedere "La notte"?". Prodotto da George Harrison dei Beatles (che si concede anche un brevissimo cameo) e girato in Tunisia ("ad un paio di dune di distanza da dove George Lucas girò Guerre stellari" e con comparse e locations già impiegate nel Gesù televisivo di Zeffirelli), Brian di Nazareth si schiera con caustica veemenza contro ogni fanatismo e fondamentalismo religioso (come ha avuto modo di sottolineare Michael Palin: "La cosa più significativa del nostro lavoro è che sia riuscito a far arrabbiare gente di tutte le religioni, proprio tutte: cattolici, ebrei, protestanti, ortodossi, buddisti. È stato magnifico") e per questo venne bandito e censurato per anni dalle sale cinematografiche di molte nazioni (in Italia uscì soltanto ad inizio anni Novanta) e vietato ai minori praticamente ovunque, oltre ad essere ingiustamente accusato di blasfemia, fraintendendo i moniti contro le intolleranze e le ingiustizie della società (antica e moderna) alla base del copione. Ed invece il film sancisce il trionfo assoluto della comicità non-sense e di spumeggiante irriverenza satirica dei Monthy Python (Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin, in rigoroso ordine alfabetico), con i loro dialoghi allucinati ed irresistibili, i travestimenti sgangherati e i beffardi guizzi goliardici, tra demenzialità pura e sfrenata vitalità parodistica. Ma la palma assoluta del divevtimento va senz'altvo di divitto a Michael Palin, nei panni, tva i tanti indossati nel film, dello spassoso Ponzio Pilato con la evve moscia ("Vovesciatelo pev tevva"...). Gvezzo, tvaballante, discontinuo, ma puv sempve un piccolo capolavovo di uvticante e, pev questo, salutave comicità...
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