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Ultimo tango a Zagarol

Regia di Nando Cicero vedi scheda film

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La recensione su Ultimo tango a Zagarol

di Mr Rossi
4 stelle

Quando si raschia il fondo del barile della comicità, oggi anche la vecchia spazzatura diventa oro (finto). Beati quelli che lo considerano un cult visto che si divertono con così poco.

Un esempio di strascico delle parodie nostrane di un ex duo comico di successo degli anni 60, dopo decine di film ormai in via di separazione e uno degli ultimi film di Franco Franchi senza Ciccio Ingrassia, che da vecchio si scusò addirittura di averlo interpretato, manco fosse stato un film pornografico, forse solo perchè ha esibito il suo culo in una breve scena e ha dovuto dire due o tre parolacce in tutto il film. Franchi in versione bel tenebroso allo sbando, più che Marlon Brando ricorda Paolo Villaggio agli esordi, nel ruolo di un marito sottomesso da una moglie frigida e pesante in ogni senso che, per fuggire da lei, finisce a fare l' "uomo oggetto" di una mignotta sadica e di una cinica regista televisiva di inchieste sugli italiani al cesso (Franca Valeri) senza fare nessun tipo di sesso con entrambe. L' impressione che da Franchi allo spettatore in certe scene è quella di uno che si sta chiedendo "ma che minchia sto facendo?".

   Per quanto riguarda quelle poche scene di (mezzo) nudo che costarono al film un basso divieto ai minori, sono meno erotiche di una caponata di melanzane, specialmente quelle con Franchi in mutandine e calzini neri. Notevoli ma solo dal punto di vista tragicomico, i giochi erotici sadomaso a cui è sottoposto il malcapitato Franchi da Martine Beswick, un attrice inglese che passò da un genere cinematografico all' altro (compreso qualche horror inglese e due film della serie di 007 con Sean Connery) finendo pure in questo sottogenere di film. Il famigerato burro usato da Brando nella tagliatissima scena del film di Bertolucci serve solo come companatico di un panino che Franchi si mangerà avidamente. 

   Banali e di scarso spessore i personaggi secondari del film, tra i quali si notano il cosiddetto "Jimmy il Fenomeno" nel solito ruolo di scimunito urlante e un vecchio gay in vestaglia che cerca inutilmente di corteggiare Franchi, che lo manderà subito a quel paese (Zagarolo?) con un gesto inequivocabile rivolto all' orecchio destro senza dire niente. A parte le tettine a punta della Beswick, come erotismo e volgarità siamo ai livelli di una recita scolastica di studenti liceali al cinema parrocchiale. Questo film di Nando Cicero ebbe il discutibile "onore" di finire inserito dalla rivista "Ciak" nella classifica dei cinquanta film più brutti della storia del cinema, con una brevissima descrizione che si concludeva così: "Al cinema non rideva nessuno mentre oggi è un cult" (ma cult di chi?! Di qualche cinefilo dell' oratorio?!) al pari dell' "Esorciccio" con Ingrassia senza Franchi, un altro "cult"  da antologia del trash, o meglio un vecchio fiasco un tempo ignorato sia dalla critica che dal grosso pubblico pagante poi rivalutato in tempi più recenti per ovvia scarsità di commedie che fanno al massimo sorridere a denti stretti. 

   Ovviamente se lo si paragona ai cosidetti "cinepanettoni vacanzieri vanziniani" e "american-pie-parody" di oggi può anche sembrare un film comico "originale" quasi demenziale, specialmente se non si conosce il film da cui trae origine, per decenni osannato dalla critica e dal pubblico come una pietra miliare dell' erotismo d' autore, il cui goffo scimmiottamento comico-parodistico non fu una buona scelta. Comunque, dopo scandali seguiti da sequestri e dissequestri giudiziari, con l' imposizione di tagli censori di certe scene, qualcuno ha voluto sdrammatizzare subito la fama del film di Bertolucci, che visto oggi annoierebbe molto, anche in versione integrale, non pochi abituati a film d' altro genere molto più pornografici.  La canzone dei titoli, quasi un inno poetico alla creazione divina dei due sessi, è cantata da Franchi, che in questa sua performance canora si dimostrò più talentuoso del regista, autore di altre commedie "scult" come "W la Foca!" con Lory Del Santo e Bombolo, un rimasuglio della "commedia scollaciata" degli anni 70-80, quella a base di doppi sensi del genere "E che Dio la benedOca!".

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