Regia di Nando Cicero vedi scheda film
Quando la parodia supera l'opera originale. Franchi batte Marlon Brando e con grande stile, Cicero annienta Bertolucci. Sembra impossibile, ma è così.
Bertolucci ha dichiarato più volte di non aver mai visto "Ultimo tango a Zagarol" per paura che potesse essere superiore alla sua opera. Non ha tutti i torti.
Chi non lo ha mai visto potrà pensare ad una parodia, un instant-movie ideato per un pubblico di massa, sfatiamo il mito: non è così.
Il film tende a smontare pezzo per pezzo ciò che è "Ultimo tango a Parigi": la storia è praticamente la stessa ma il regista (Ferdinando Cicero) non cerca il plagio, lo sbeffeggia con intelligenza e caricando la storia di un surrealismo che giova all'operazione intera.
Franco Franchi rinuncia alle smorfie a cui siamo abituati, è drammatico, passionale: per far ridere non ricorre ai guizzi tipici delle sue parodie ma utilizza un registro di sottorecitazione, alcuni primi piani sono così intensi che è quasi impossibile non commuoversi. Molti sostengono che abbia addirittura superato la prova di Marlon Brando.
Martine Beswick è bellissima, il suo fascino è dovuto a quell'aurea di mistero che travolge e incuriosisce il Franchi quasi ingenuo, sessualmente represso e stanco della vita. Gina Rovere molto convincente nel ruolo della moglie traditrice e cinica.
A mio parere una delle migliori prove dell'attore siciliano insieme a "L'onorata società", "Capriccio all'italiana" ,"Kaos", "Pinocchio" e "L'eredità dello zio buonanima".
Da riscoprire.
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