Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Un manipolo di scalcagnati rubagalline progetta un furto in una gioielleria. Tra contrattempi e rinvii e a dispetto dei precetti di un maestro dello scasso (impersonato da Totò), i "soliti ignoti" si ritroveranno a rubare un piatto di pasta e fagioli.
La grande stagione del cinema italiano, rappresentata dai suoi nomi di maggior calibro - al copione hanno lavorato Age, Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico e Mario Monicelli - tocca uno dei suoi vertici più alti con uno spettacolo spassosissimo, costruito su gag epiche, che non a caso ebbe un seguito eccellente (L'audace colpo dei soliti ignoti) ed un inutile amarcord (I soliti ignoti vent'anni dopo) con tentazioni commerciali. Monicelli ebbe l'ardire di far indossare a Gassman i panni del comico; il resto della combriccola, da Totò a Mastroianni, non ha bisogno di encomi.
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