Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Un grande classico della commedia all'italiana, nonostante sia riduttivo includere in un genere un film come I soliti ignoti, dove sono chiari gli intenti parodistici e a tratti anche quelli drammatici. Una manica di disgraziati, emblemi di un'Italietta esperta nell'arte di arrangiarsi, progetta un astruso piano per impadronirsi del contenuto di una cassaforte del Banco dei Pegni, ma i loro sforzi non riescono a soverchiare la loro totale incapacità.
Non ci sono macchiette comiche, ma solo grandi attori e ottimi caratteristi che interpretano a dovere personaggi dallo spessore ben delineato da una sceneggiatura che ci regala tanti piccoli protagonisti efficacissimi in chiave comica; Gassman è irresistibile nei panni del pugile dongiovanni, nonostante sia alla sua prima commedia, Mastroianni è un po' la bandiera del genere, Murgia è il siculo nervoso e il buffissimo Carlo Pisacane verrà sempre ricordato col nome del personaggio che interpreta qui, vale a dire Capannelle. E poi il cameo di Totò, il principe della risata, è la ciliegina sulla torta. I soliti ignoti, magari perché molto datato, fa più sorridere che ribaltare dalle risate, è un film semplice, genuino ma girato e recitato con grande perizia; se è vero che può esserci solo un gallo nel pollaio, Monicelli riesce invece a far convivere armoniosamente tanti grandi attori riservando a ognuno di loro una parte da ricordare (eccezion fatta, forse, per un Mastroianni un po' più timido), una vera impresa.
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