Regia di David Lean vedi scheda film
È il capostipite di tutti i film che raccontano le storie d'amore impossibili transitate dall'epica premoderna di Tristano e Isotta all'etica moderna della famiglia coniugale. Laura (Johnson) tutti i giovedì si reca in città con il treno per fare qualche compera e concedersi un po' di svago andando al cinematografo. Conosce casualmente un medico (Howard), come lei sposato e con figli, del quale si innamora. Ma gli obblighi familiari, i timori per gli occhi indiscreti e le voci malevole pongono immediatamente fine al loro breve incontro.
Lean, che di cinema sentimentale se ne intende (in seguito avrebbe diretto Il dottor Zivago) firma un film molto scritto, che mantiene costantemente in primo piano il tormento interiore della protagonista, raccontato attraverso un'incessante voce off. In ossequio a una morale post-vittoriana che vede trionfare la famiglia e soffocare qualsiasi richiamo erotico (la relazione tra i due protagonisti sembra fissarsi su una dimensione squisitamente platonica), Breve incontro cerca di rendere palpabili i sussulti interiori di un benessere fatto di tranquillità e sicurezza che lascia pochissimo spazio all'eccitazione dei sentimenti e delle passioni. Peccato che a interpretare tante paturnie ci siano due attori inespressivi come Celia Johnson e Trevor Howard.
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