Regia di David Lean vedi scheda film
"Iniziò tutto nel bar della stazione di Millford.Con un pezzettino di carbone che mi entrò nell'occhio...." Laura Jesson
Nell'Inghilterra del primo dopoguerra una casalinga (Laura Jesson / Celia Johnson) e un medico (Alec Harvey / Trevor Howard) ,entrambi sposati,s'incontrano per caso nel bar di una stazione alla periferia di Londra e si innamorano perdutamente uno dell'altra.
Ma il senso del dovere coniugale,l'imbarazzo degli incontri frettolosi e clandestini,il timore di ferire le persone a cui sono legati,impone ben presto una scelta alla quale non riescono a sottrarsi.Laura tornerà alla sua solita,grigia vita quotidiana,Alec si trasferirà a Johannesburg per lavorare in un ospedale.
Con una scrittura finissima e penetrante,fatta di pudore,sguardi,emozioni trattenute,David Lean crea un piccolo capolavoro,sommesso e intenso,illuminando di una luce poetica due vite comuni che per un attimo s'incrociano,si riconoscono,si scoprono complementari.
Il film è circoscritto in un percorso circolare,che sovrappone il presente ai ricordi evocati dalla voce fuoricampo della protagonista,terminando là dove tutto era iniziato,nel bar di una stazione fumosa e melanconica dove Alec e Laura vivono gli ultimi momenti insieme,sciupati dall'invadente e pettegola presenza di una conoscente,che impone loro un rapido congedo.Alec può soltanto appoggiarle con tenero affetto una mano sulla spalla prima di sparire nel buio della stazione,mentre Laura,attonita,prova per un attimo la vertigine di un gesto disperato.
Sullo sfondo i consueti e briosi battibecchi tra il capostazione e la proprietaria del bar (la brava caratterista Joyce Carey) accentuano,per contrasto,il dramma trattenuto,felice intuizione,in una mise en scène sapientemente controllata.
Film sorretto da due grandi interpreti,l'ottimo Trevor Howard,che all'epoca aveva solo 29 anni e la straordinaria Celia Johnson,attrice di teatro,qui dolorosamente divisa tra sogno e consapevolezza,che con una recitazione interiorizzata,illumina il suo personaggio di poetica sensibilità.
La poesia di "Brief Encounter" nasce dal tocco lieve e misurato di David Lean,dalla bellissima sceneggiatura di Anthony Havelock-Allan (anche produttore) tratta dalla pièce teatrale "Still life" di Noel Coward,dalla splendida fotografia di Robert Krasker,che vela di ombre malinconiche gli esterni di una periferia londinese ancora segnata,nella dimessa atmosfera,dalle ferite della guerra,dove,in "un breve incontro" Laura e Alec scoprono il potere dirompente del sogno.
Il commento musicale,che si fonda in modo struggente con la narrazione,è affidato allo splendido Concerto N.2 per piano di Sergej Rachmaninov.
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