Tre sartine, che lavorano in centro, a Roma, ma vivono in borgata, hanno diverse storie d'amore: Marisa, fidanzata con un operaio deve scegliere tra l'innamorato e la carriera di indossatrice. Cosa sceglierà? Elena, dopo una delusione amorosa, pensa addirittura al suicidio. Per sua fortuna incontra presto un bravo giovane, che fa il tassista, che la riconcilia con la vita. Lucia accetta finalmente la corte di uno spasimante da lei costantemente respinto.
Note
Classico esempio di neorealismo rosa, gradevole e arioso, con attrici graziose e vitali come non ce ne sono più. Comparsata per Eduardo De Filippo. Il narratore è Giorgio Bassani.
La vocazione all'amarcord di costume (l'emancipazione femminile,il retaggio patriarcale,l'ipocrisia moralista) ne fanno una commedia sentimentale che trascende ingenuità sociologiche e intrattenimento da rotocalco. Poveri ma bellissimi.
Luciano Emmer pone in forma narrativa una nostalgica rivisitazione della giovinezza: la luminosa, ma inquieta, freschezza delle tre protagoniste è dipinta dall’io narrante come un incerto preludio all’età matura, ossia a quella fase della vita in cui la saggezza fiorisce dal disincanto e, improvvisamente, sembra bello e giusto impegnarsi per costruire qualcosa,… leggi tutto
Su uno scritto di Sergio Amidei, che ha curato anche la sceneggiatura con Fausto Tozzi. quii nel ruolo di sceneggiatore,e Karin Valde. Un film piccolo, dovuto anche alla storia semirosa che lo avvolge, condotto dal regista in maniera asciutta e ben sfruttata, lavorando nel taglia e cuci le interpretazioni degli attori, non certo eccelsi, quello che nuoce e toglie freschezza è un doppiaggio… leggi tutto
Poco più che un (datato) fotoromanzo, fulgido esempio del neorealismo rosa, con poche pretese moralistiche e molte esclusivamente narrative. Specchio dei tempi che, per quanto interessante, non offre più di tante indicazioni oltre a quelle meramente cronachistiche. Mastroianni doppiato da Manfredi fa sorridere. Non un brutto film, ma se ne può vivere senza. leggi tutto
All'inizio, l'arredo umano cinematografico, era solo una questione di costumi, ma era logico che, specialmente con l'avvento del colore, la componente civettuola si facesse strada ed a quel punto(croce) il fashion…
Luciano Emmer pone in forma narrativa una nostalgica rivisitazione della giovinezza: la luminosa, ma inquieta, freschezza delle tre protagoniste è dipinta dall’io narrante come un incerto preludio all’età matura, ossia a quella fase della vita in cui la saggezza fiorisce dal disincanto e, improvvisamente, sembra bello e giusto impegnarsi per costruire qualcosa,…
Bello, bello. E' un film sincero, molto umano, vivo, sentito, a tratti divertente e a tratti commovente, scorrevole e compatto, tutte cose insomma che oggi non son più capaci di far rivivere, specie tutte assieme. E' un cinema poco d'autore, molto popolare nel senso migliore del termine, umile eppure - o forse proprio per questo - ben riuscito. I vari personaggi e le varie storie sono ben…
DEDICO QUESTA PLAYLIST A LUCIANO EMMER , SCOMPARSO IN DATA ODIERNA ALLA BELLA ETA' DI 91 ANNI,MIO COMPAESANO PART-TIME, IN QUANTO ERA SOLITO ,QUAND'ERA RAGAZZO ,TRASCORRERE LE VACANZE A…
Difficile dire cosa sia stata Roma per il cinema - e non solo per quello italiano - senza cadere nella retorica e nei luoghi comuni. Solo poche città al mondo (Parigi, New York, forse Londra) hanno saputo occupare lo…
Le traversie sentimentali delle tre sartine si inquadrano agevolmente negli schemi del neorealismo rosa. Il valore aggiunto è dato dalla voce narrante del professore (lo scrittore Giorgio Bassani), che osserva le loro vicende con la tenerezza e la malinconia di chi sa che la gioventù non dura in eterno: così dà loro un addio anticipato, sapendo che a una a una si sposeranno e andranno per la…
Poco più che un (datato) fotoromanzo, fulgido esempio del neorealismo rosa, con poche pretese moralistiche e molte esclusivamente narrative. Specchio dei tempi che, per quanto interessante, non offre più di tante indicazioni oltre a quelle meramente cronachistiche. Mastroianni doppiato da Manfredi fa sorridere. Non un brutto film, ma se ne può vivere senza.
Su uno scritto di Sergio Amidei, che ha curato anche la sceneggiatura con Fausto Tozzi. quii nel ruolo di sceneggiatore,e Karin Valde. Un film piccolo, dovuto anche alla storia semirosa che lo avvolge, condotto dal regista in maniera asciutta e ben sfruttata, lavorando nel taglia e cuci le interpretazioni degli attori, non certo eccelsi, quello che nuoce e toglie freschezza è un doppiaggio…
un novantenne che è un leone; mi dicono che a Venezia non ha fatto la sua figura, può essere.Una cosa è certa, ha fatto un salto di tempo esagerato, dalla La Ragazza in vetrina ad oggi o quasi, tutto per un fatto…
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Commenti (3) vedi tutti
Situazioni ingenue di una Italia che non c'è più. Tanti attori di un tempo andato...effetto nostalgia,questo si...
commento di ezioLa vocazione all'amarcord di costume (l'emancipazione femminile,il retaggio patriarcale,l'ipocrisia moralista) ne fanno una commedia sentimentale che trascende ingenuità sociologiche e intrattenimento da rotocalco. Poveri ma bellissimi.
commento di maurizio73Uno dei più bei film del neorealismo rosa. Genuino e divertente (seppur a tratti triste)
commento di Loungeboy