Regia di Luciano Emmer vedi scheda film
Bello, bello. E' un film sincero, molto umano, vivo, sentito, a tratti divertente e a tratti commovente, scorrevole e compatto, tutte cose insomma che oggi non son più capaci di far rivivere, specie tutte assieme. E' un cinema poco d'autore, molto popolare nel senso migliore del termine, umile eppure - o forse proprio per questo - ben riuscito. I vari personaggi e le varie storie sono ben compaginati e non si ha mai la sensazione del cucito assieme; l'impressione che se ne ha è quella dello scorrere della vita coi suoi momenti belli e quelli amari, dell'inarrestabile cambiamento delle situazioni e dei rapporti, le nostalgie, i dolori, i rimpianti, le gioie. Certo, l'Italia che viene ritratta purtroppo non c'è più: molti bambini razzolanti per le strade, molte comari che pettegolano sotto le finestre, giovani che si fermano cantare la sera sul muretto... Oggi si passano i pomeriggi incollati a internet o ai videogiochi, e tutti sono più soli. Brave e belle le tre attrici (bella specie quella che fa l'indossatrice), bravissimo al solito Peppino De Filippo, e anche Renato Salvatori (poco più che ragazzo) è efficace nel ruolo del fidanzato un po' manesco, un po' geloso, ma buono. Almeno due momenti sono molto divertenti: i pettegolezzi tra una finestra e l'altra e la via sulle vicende degli innamorati (quant'è vero, come le gente colora e rincara, inventa e stravolge...); Ave Ninchi che racconta, tra mille allusioni e ironie, di quando aveva posato nuda per un pittore. Pochi giorni fa, con poca risonanza mediatica, è morto il caro Luciano Emmer. Se ne è parlato poco, perchè tanto che gliene frega ai giovani di oggi di uno come lui. Ma è da compiangere. Pace all'anima sua.
Bella la musica della sigla.
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