Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Questa volta l' ebreo ( Chagall, che tiene la locanda dove arrivano Polanski e Abronsius ) è incalzato da un altro "ebreo", ovvero il transilvanico conte, a tutti gli effetti uomo dell' est ricco e potente.
Umorismo yiddish, che a domanda risponde con altro quesito, e perizia tecnica superba sono centro e contorno dell' opera.
Poi ci sono i luoghi inospitali polanskiani ( il castello segue il condominio di CUL DE SAC e anticipa quello de L' INQUILINO DEL TERZO PIANO, nonché il lugubre e menagramo Dakota Building di ROSEMARY'S BABY, dove abitava Lennon e di fronte al quale verrà ucciso pochi giorni dopo l' elezione di R. Reagan, guarda caso... ) e un senso d' ineluttabilità del Male nient' affatto mascherato dal tono "leggero" del racconto.
Variante di ogni tradizionale Dracula, con la locandiera rapita e le figure del Dr. Abronsius e del gayssimo figlio del conte.
Conquista i ( giustamente ) pochi spazi a disposizione con una certa delicatezza.
Non necessariamente qualcosa.Quindi nulla.
Bravo oste grasso e voglioso.
Perfetto cattedratico che usa la cultura accademica ( la Parola ) per tentare di scacciare i "fantasmi" che gli si parano davanti. Eppure, anche straordinariamente adatto a dar vita a un personaggio costruito tutto sulla mimica facciale ( il Corpo ).
Spaventosamente bella. E fuori dagli schemi anoressici dell' epoca ( 1967, Twiggy-Verushka e simili ). Una dea come lei uccisa da uno sfigato-allucinante-strafattone-coatto-demente-rozzo-idiota-mezzocantautoredeimieicoglioni... Che pena ci fanno i sottosviluppati ( qualcuno ne compra i libri e ne ascolta le "canzoni"... ) che stanno dietro a rifiuti tipo Charles Manson. Spazzatura che si vendica per essere stata rigettata ( Manson credeva di andare a far fuori un produttore cui aveva proposto nastri con i suoi brani, ovviamente rifiutati ) dal mondo della cultura.
Ai massimi livelli anche come attore: tutto sottrazioni e sguardi timidi.
Movimenti di macchina fantastici all' interno del castello, riprese notturne sulla neve sfruttando il minimo di luce a disposizione, a partire dalla scena iniziale con l' inseguimento dei lupi, nel silenzio assoluto. Ritmo perfetto, dialoghi al minimo dove ci si poteva aspettare l' opposto, "situazioni" ( comiche e non ) create dal contesto quasi senza l' apporto della parola.
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