Straordinariamente inquietante (e profetico). Uno dei migliori film di Richard Fleischer, regista in verità molto sottovalutato.
Tratto dal romanzo distopico "Largo! Largo!" di Harry Harrison del 1966, uno dei più emblematici film di fantascienza degli anni settanta, ma ancora oggi per certi aspetti spaventosamente attuale.
La vicenda si svolge in un futuro in cui l'inquinamento e il comportamento indiscriminato dell'uomo hanno causato malattie, sovrappopolazione, surriscaldamento globale e caos nelle città, divenute a dir poco invivibili.
A New York la gente vive quasi esclusivamente di cibi sintetici, prodotti dalla potente compagnia "Soylent"; la carne e le verdure sono quasi del tutto introvabili, al punto che la popolazione ne ha quasi perduto memoria.
Tutti questi mutamenti hanno causato inoltre un netto squilibrio nella società: solo i ricchi possono permettersi di vivere decentemente in quartieri riservati, mentre la gente comune è costretta a vivere ammassata in fatiscenti condomini, in squallidi appartamenti o addirittura nelle scale, come anche nelle strade o nelle macchine.
A completare il quadro l'eutanasia, alla quale può ricorrere praticamente chiunque, recandosi "al Tempio".
La vicenda ha inizio con l'assassinio di un uomo molto facoltoso, Simonson (J. Cotten), sul quale è chiamato ad indagare il detective Thorne (C. Heston), aiutato dal vecchio Sol Roth (E. G. Robinson). Thorne scoprirà che dietro questo omicidio c'è qualcosa di molto grave, una verità inconfessabile che i poteri alti cercano di occultare.
Il film affronta tematiche importantissime e offre diversi spunti di riflessione: c'è una pesante accusa contro l'umanità stessa, responsabile della distruzione quasi totale delle risorse naturali, in secondo luogo contro la mancanza di morale dei politici e in generale di coloro che detengono il potere, che tendono a perseguire i loro interessi senza badare ai mezzi che utilizzano per raggiungerli, raggirando il popolo e asservendolo al proprio volere attraverso un controllo totalizzante.
Esaminando queste tematiche si possono cogliere molto chiaramente le influenze sessantottine che influenzarono gran parte della letteratura e del cinema di quegli anni.
Pur essendo un film di fantascienza, 2022 non punta sugli effetti speciali o su scenografie fantasiose, ma piuttosto mette in risalto la decadenza e il degrado che potrebbero attenderci in un futuro non molto lontano (e alcune avvisaglie stiamo cominciando a vederle, basta guardarsi intorno). E' consequenziale che ne venga fuori una visione pessimista e senza speranza di un'umanità che ha perso il ricordo di tutto ciò che c'era di bello e genuino nel mondo.
Grandissime interpretazioni di Charlton Heston e Edward G. Robinson, qui nel sua ultima toccante interpretazione; l'attore infatti, già malato, morirà poco dopo la fine delle riprese. Peccato invece che a Joseph Cotten sia dedicato troppo poco spazio: pur essendo il personaggio attorno al quale ruota tutta la vicenda, appare solo per pochi minuti all'inizio del film.
Notevoli diverse sequenze: la morte di Sol Roth, ma anche tutto il teso inseguimento finale. La scena conclusiva, in cui Heston, mentre lo portano via, urla la verità che ha scoperto ai presenti ricorda molto il finale de "L'invasione degli ultracorpi", nel quale un altrettanto sconvolto Kevin McCarthy corre per le strade cercando di mettere in guardia la gente sul pericolo che li minaccia.
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