Regia di Richard Fleischer vedi scheda film
Quando si parla di classici del cinema di fantascienza, accanto ad opere universalmente riconosciute come capolavori assoluti trovano posto una serie di film forse minori ma ugualmente importanti. 2022: i sopravvissuti può tranquillamente essere considerato un film di culto, oltre che un’opera notevole e suggestiva all’interno del cinema fantascientifico, soprattutto se si prende in considerazione il sottogenere della fantascienza distopica o politica. Siamo nell’anno 2022: il Pianeta è inquinato e sovrappopolato, l’eutanasia è stata legalizzata dallo Stato (e tutti ne possono usufruire attraverso i cosiddetti “gettoni di morte”) e non ci sono più spazi verdi. I cibi tradizionali non esistono più, sostituiti da alimenti in gallette chiamati Soylent, dei quali il Soylent verde (prodotto, a quanto si dice, con plancton e semi di soia) costituisce l’ultimo e più esclusivo ricavato. La città di New York, la cui popolazione ha toccato ormai quota 40.000 abitanti, è divisa in due quartieri, quello ricco da una parte, e quello dei poveri ed emarginati dall’altra. Proprio nella zona più facoltosa viene ucciso un potente uomo d’affari, che fa parte del consiglio di amministrazione della Soylent. Il detective Thorn (Charlton Heston), che vive in un piccolo e fatiscente appartamento in compagnia dell’anziano Sol Roth (Edward G. Robinson) che lo aiuta nei suoi casi, scopre ben presto che dietro a quello che sembra un omicidio per furto si nasconde invece la necessità di insabbiare una orrenda verità. Tratto da un romanzo di Harry Harrison, 2022: i sopravvissuti è un film pessimista ed inquietante che riflette i temi dell’asservimento al potere e nasconde un messaggio pericoloso per un futuro non troppo lontano. Richard Fleischer, pur non dirigendo in modo sopraffino, ha il grande merito di rinunciare a qualsiasi tipo di effetti speciali, puntando su una atmosfera da incubo e ricostruendo una città oscura e costantemente avvolta dalla nebbia. Gli appartamenti bianchi e candidi dei quartieri altolocati fanno da contraltare ad una New York notturna e angosciante, nella quale si svolge la maggior parte dell’azione. I personaggi principali sono ben descritti e si sorreggono sulle ottime interpretazioni degli attori. Accanto ad un Charlton Heston che spicca per una prova robusta e poderosa, è straordinario e commovente il vecchio Edward G. Robinson al suo ultimo film, già visibilmente stanco e malato. La sequenza nella quale il suo personaggio, nostalgico di tempi passati, si sottopone al suicidio assistito in una stanza colorata di arancione e sotto le dolci note della Pastorale di Beethoven, costituisce un momento indimenticabile nel cinema di fantascienza e non solo. Pessimista il finale, con un urlo che risuona disperato e (forse) inascoltato: “Dovete fermarli prima che sia troppo tardi”. L'immagine si restringe, fermo immagine e di nuovo le malinconiche note di Beethoven.
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