Regia di Mario Caiano vedi scheda film
Più che un poliziottesco, un noir in piena regola; tanto è vero che la figura del poliziotto è sempre in secondo piano rispetto a quella del capo dei criminali. Il modello lontano, aggiornato, rivisto e corretto dovrebbe essere "Rapina a mano armata" (1955) di Kubrick, soprattutto per quanto riguarda il drammatico e beffardo finale. Per il resto, il genere poliziottesco non è del tutto assente, comprese numerose sequenze di inseguimenti, alcune ben realizzate, in particolare quella della morte in moto di John Steiner. Ovviamente il film, uscito nel 1976, risente anche dell'ottimo successo che ebbe all'epoca "Quel pomeriggio di un giorno da cani" (1975) di Sydney Lumet, del quale riproduce la tragica situazione della rapina andata male. Da film francese è invece il tema del tradimento dei complici e la ricerca della vendetta, con l'aiuto di una volubile prostituta (Dionisio). Questi temi sono frullati discretamente da Caiano che risente di una fotografia (di Pier luigi Santi) non sempre all'altezza e di una colonna sonora jazzata che in alcuni momenti dà quasi fastidio, ma può anche fare affidamento su una bella interpretazione di Cassinelli nella parte di un personaggio dal cuore nerissimo («Lascialo perdere. È cattivo.» dice il medico alla ragazza, «Odia tutta la gente»). Il risultato complessivo raggiunto dal regista non è buono come quello ottenuto l'anno precedente con "A tutte le auto della polizia", ma è comunque dignitoso.
Fotografia e colonna sonora.
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