Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Ernesto (Amedeo Nazzari) e Carlo (Carlo Campanini) tornano a Torino dopo la prigionia in Germania ma, mentre il secondo ritrova tutti i suoi affetti, inclusa l'amatissima figlia piccola Rosetta, al primo il ritorno va tutto male: la casa è distrutta, la madre è morta e la sorella parrebbe aver subìto la stessa sorte. Una sera, girovagando per la città, ad Ernesto sembra di scorgere un volto noto...
'Il bandito' di Alberto Lattuada parte da una situazione tipica da film neorealista, dal ritmo compassato e con sequenze illustrative dello 'stato delle cose', cioè un'Italia da post disfatta bellica ridotta a un cumulo di macerie, con la gente alla miseria e parecchi reduci alla prese con un difficile reinserimento in un tessuto sociale fattosi incredibilmente problematico a causa di anni e anni di devastazioni, per poi virare ben presto - per via di un fatto provocato dal caso, la collutazione tra Ernesto ed il protettore della sorella Maria (Carla Del Poggio), datasi alla 'vita' e conclusasi con la morte di questi ultimi due - verso atmosfere più cupe, da gangster-noir americano, fatto di scene concitate, tagli di luci espressioniste (splendida la fotografia in b/n di Aldo Tonti), un ritmo da cinema di genere e personaggi negativi, tra i quali spiccano, da un lato, la dark lady interpretata da un'insolita ma convincente Anna Magnani, vero motore della vicenda nella seconda parte della pellicola e dell'altro il neo-bandito di Amedeo Nazzari (premiato con il Nastro d'Argento per questa interpretazione), diventato criminale a causa di alcune circostanze sfortunate, ma che conserva ancora una dignità e una moralità sconosciute agli altri membri della gang.
Alberto Lattuada riesce a gestire con mano sicura due tipologie di cinema all'apparenza molto distanti tra di loro e costruisce una pellicola che sa abbinare la denuncia sociale del primo segmento alla tensione pura, alla cupezza dei toni e al senso di disfatta imminente che incombe sulla banda di rapinatori e sul protagonista del secondo, che si chiude con una lunghissima scena in esterni, culminante con il 'toccante' ricongiungimento tra i due vecchi compagni di prigionia.
'Il bandito' è tra i migliori esempi di film noir-neorealisti realizzati.
Voto: 8.
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