Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Nazzari sa il fatto suo ed è un vero piacere da vedere; la Magnani al suo fianco è - come sempre - una sicurezza. Per un film così profondamente nero, una coppia di interpreti simile è esattamente ciò che ci vuole. Siamo nel 1946, ma Lattuada non vuole parlarci dell'Italia, della ricostruzione e in fondo neppure della guerra, che pure è la causa da cui scaturiscono le brutte vicende raccontate; non c'è che un accenno di/al neorealismo contemporaneo, tutto il resto è una semplice storia di ordinaria disperazione, di un uomo sostanzialmente buono, ma ridotto dagli sfortunati eventi a riparare dalla parte dei 'cattivi' (e infatti Ernesto non è esattamente un eroe). Nonostante la nutrita schiera di sceneggiatori (Lattuada-Pinelli-Biancoli-Margadonna-Tellini-Caudana), è un prodotto appena sufficiente, anche e soprattutto grazie alla fotografia di Tonti.
Un uomo torna a casa dopo la seconda guerra mondiale; trova la sorella prostituta e ne ammazza il protettore. Si immischia così con la malavita e finisce ucciso in una sparatoria con la polizia.
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