Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Un buon film, che stilisticamente spazia dal neorealismo all'espressionismo, con qualche influenza dell'Ejsenstein di IVAN IL TERRIBILE (com'è rilevabile nell'inquadratura di Amedeo Nazzari quando scopre la sorella nel bordello). Dal punto di vista contenutistico è evidente la derivazione dal noir americano; il finale mi ha ricordato la secchezza di UNA PALLOTTOLA PER ROY (1941) di Raoul Walsh. Buone prove degli attori, sia di Nazzari che della Magnani, ma anche di Campanini.
Un reduce della seconda guerra mondiale torna a casa. Si fa per dire, perché la sua casa è stata distrutta dai bombardamenti, sua madre è morta e la sorella si prostituisce in un bordello. Dopo avere ucciso il manutengolo e causato la morte proprio della sorella, l'uomo s'imbatte nella capa di una banda di criminali, a cui si unisce.
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