Regia di William Wyler vedi scheda film
Film-manifesto del reducismo americano dopo la seconda guerra mondiale. Presenta tre diverse tipologie di ex combattenti: un bancario (Fredric March) si reinserisce tranquillamente nell’alveo familiare diretto dalla moglie (Myrna Loy), si scontra con i superiori per ottenere condizioni favorevoli per i prestiti ai reduci, ma non riesce ad accettare che la figlia (Teresa Wright) si innamori di un proprio commilitone (Dana Andrews) più anziano di lei e già infelicemente sposato con una donna insoddisfatta (Virginia Mayo); c’è poi un mutilato (Harold Russell, autentico invalido di guerra privo di entrambe le braccia) che non vuole accettare dalla fidanzata (Cathy O’Donnell, tipica brava ragazza nei film di Wyler) quello che lui considera pietà, ma poi si ricrede. Oggi appare un po’ datato per alcune situazioni, ma ha un notevole valore documentario: dà il senso di un voltare pagina, con un passato tragico appena chiuso (ma ancora ben presente nella pelle di chi lo aveva vissuto) e con nuovi problemi da affrontare. Toccante la scena in cui Russell si fa accompagnare dalla O’Donnell in camera da letto, si fa togliere le protesi e le dice che lui è quello che ora vede, inerme come un bambino, incapace di difendere sé stesso e altri in caso di necessità.
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