Regia di Blake Edwards vedi scheda film
E' un dramma sull'alcolismo, duro e amaro. Blake Edwards segue la coppia di protagonisti nella loro discesa all'inferno, dove uno trascina l'altro e nessuno dei due trova la forza di puntare veramente i piedi, nonostante si rendano ben conto della situazione. Molto bravi sono i due protagonisti, ma anche alcuni attori secondari sono decisamente in gamba, come quello che interpreta l'ex-alcolista, o l'altro il padre di lei. Tra l'altro quest'ultimo personaggio mi è piaciuto molto: è un uomo di poche parole, ma dotato di buon senso e discernimento, tanto che si accorge subito che qualcosa non quadra nel marito della figlia. Lemmon si cala nella parte di alcolista in modo stupefacente, lui attore di commedie fino ad allora. La Remick, che di solito per me è la delizia e la dolcezza in persona, qui lo è solo all'inizio, prima che venga risucchiata dai vortici del whisky e venga da esso abbruttita. L'attrice si è in questo dimostrata coraggiosa.
Blake Edwards mostra senza pietà il dramma dei due protagonisti, senza risparmiare nulla di ciò che di penoso, ripugnante e degradato vi è negli alcolisti (crisi di astinenza, scenate di cattiveria, esplosioni di violenza...). In questo il suo film assomiglia a "Giorni perduti" di Billy Wilder, ma ne differisce per molti altri aspetti. Efficace ho trovato anche la rappresentazione delle sottili tentazioni che fanno ricadere nella dipendenza dopo essersi disintossicati: Lemmon dice ad un certo punto "siamo stati bravi, ma è meglio non essere troppo bravi, cosa c'è di male se ci facciamo un bicchierino...".
Più che un'analisi della crisi della middle class americana (Mereghetti), io vi vedo "semplicemente" un'osservazione di come una coppia innamorata e affermata nel lavoro precipiti nell'abisso della dipendenza dall'alcol, e distrugga con ciò la propria vita privata e lavorativa. Si può anche riflettere sul perché tutto questo. Se lei viene inizialmente trascinata da lui, lui perché beve già all'inizio? Secondo me perché ha schifo di se stesso a motivo del lavoro che fa, e cerca di soffocare questa sensazione bevendo. La sua professione è, in sostanza, aiutare i furfanti e i mascalzoni che si presentano in pubblico ad apparire brave persone. Esteriormente non si fa problemi morali, ma dentro di lui la verità della sua vita preme e gli fa male. Questa la mia interpretazione.
Le scenate davanti alla figlioletta che assiste inerme fanno stringere lo stomaco. In generale è un film che resta impresso e che colpisce.
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