Regia di Dino Risi vedi scheda film
Dino Risi si lamentò di Walter Chiari,il quale,secondo lui,non aveva impresso abbastanza vigore nè le giuste sfumature al personaggio del padre separato protagonista de "Il giovedì",che non rese come previsto,e fu uno dei non molti film di insuccesso del cineasta de "I mostri" negli anni Sessanta.Figura molto tipica del cinema di Risi,ma non solo,Dino è un quarantenne separato,che ha l'occasione di passare una giornata dopo tanto con il figlio,avuto con una donna ricca e lontana per ambiente e provenienza,e sta con un'altra bella ragazza,che gli vuole trovare un lavoro stabile,ma l'uomo coltiva ambizioni di guadagni ampi e facili e traccheggia con il proprio tempo per non crescere e continuare a pensare di cavarsela.Tuttavia,pur incosciente e immaturo,con il bambino parla da suo pari,e il ragazzo,per quanto,anzi,sia più "grande" del balordo genitore,gli vorrà bene e gli dimostrerà di aver un legame con lui.Il film non è all'altezza di altri del regista,e le responsabilità forse sono maggiormente di una sceneggiatura che a tratti rimane in superficie,e non sfrutta dovutamente tutti gli spunti possibili:Chiari aveva convinto maggiormente in un film meno ricordato di questo,"La rimpatriata",in cui offriva un campionario di recitazione maggiore,con un personaggio non dissimile a questo,e forse nemmeno a se stesso.Qua c'è un rimando a "Ladri di biciclette" che non si mescola del tutto bene a "Il sorpasso",con il quale Risi aveva già
detto quasi tutto sul maschio intraprendente ma scombinato,inaffidabile e piacione,vorace e meschinello.Oggi considerato un titolo da rivalutare,però è una discreta commedia,ma va meno in profondità di altri lavori coevi della commedia nostrana.
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