Regia di Dino Risi vedi scheda film
Castellano e Pipolo compongono uno script convenzionale, dal fiato corto, e d’altronde non possono minimamente ambire a raggiungere il livello dei vari Maccari, Scola, Sonego, Age e Scarpelli (gli sceneggiatori de Il sorpasso, Una vita difficile, I mostri); Walter Chiari qui indubbiamente volenteroso e bravo, è stato sì un attore sottostimato tuttavia in fatto di carisma, espressività tragicomica, e capacità interpretativa non era certo all’altezza di un Sordi, un Gassman od un Tognazzi; Risi non riesce a controbilanciare l’estraneità di certe inutili gag umoristiche e la sua regia manca nel risollevare le pesantezze di alcuni dialoghi e cadute di ritmo, a riprova forse dell’eccessivo coinvolgimento personale (fattore che spesso ha nuociuto al buon esito finale); il film, a differenza dei suddetti capolavori, graffia debolmente e diverte ancora meno, ma soprattutto fallisce sostanzialmente nel suo obiettivo intimista. La commedia all’italiana comincia a mostrare i primi segnali di stanchezza.
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