Regia di Osvaldo Civirani vedi scheda film
Questa è per Osvaldo Civirani la prima vera regia, dopo la co-direzione di un documentario in stile mondo movie di qualche mese prima (emblematico già dal titolo, Sexy proibitissimo); piuttosto noto come fotografo di scena, Civirani approfittò del boom del cinema di genere fra i Sessanta e i Settanta per licenziare una manciata di pellicole dichiaratamente alimentari, fra le quali spiccano alcuni film con Franco e Ciccio, un buon numero di spaghetti western e un solo peplum, che è per l'appunto questo Ercole contro i figli del sole. Siamo nel 1964 e il filone è già prossimo all'esaurimento: ecco quindi perchè non sorprende più di tanto la fantasiosa sceneggiatura firmata dal regista insieme a Franco Tannuzzini e con la collaborazione di Maria del Carmen Martinez Roman, nel segno della più classica delle co-produzioni fra Italia e Spagna; qui l'espediente principale della storia è quello di catapultare il nerboruto protagonista nel regno degli Incas, facendogli comunque compiere le solite imprese eroiche a lieto fine, con componente sentimentale annessa. Mark Forest è il collaudato protagonista: culturista già ben noto al pubblico italiano (anche se più spesso come Maciste), trova qui al suo fianco la semisconosciuta Anna Maria Pace e il giovane stuntman Giuliano Gemma, ancora non approdato alla celebrità. Civirani si impegna anche in ambito di produzione e dà una mano per la fotografia (attribuita però nei titoli di testa a Julio Ortas), il che testimonia non tanto una versatilità da cineasta-autore, bensì mostra chiaramente fino a che punto poteva spingersi l'arte di arrangiarsi del cinema nostrano in quegli anni. Musiche dozzinale di Coriolano Gori. 2/10.
Il forzuto Ercole deve salvare una principessa Incas da un sacrificio umano, per poi ripristinare il regno del padre di lei.
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