Regia di Buster Keaton vedi scheda film
Buster Keaton impersona un “eroe per caso” imbranato e sfortunato, però curiosamente ingegnoso. Un personaggio chiuso, come sempre, nel suo microcosmo, che guarda all’ambiente circostante attraverso uno spioncino e ciò, evidentemente, gli consente di mettere meglio a fuoco le situazioni. Egli rimane comunque un omino “piccolo”, che ha un rapporto problematico col resto dell’universo: spesso non viene visto e tanto meno capito, non gode di credito, si trova a maneggiare oggetti ingombranti e troppo complessi per lui, si muove, insomma, come un bambino nel mondo degli adulti. Infantile è però anche lo strumento spiazzante che gli consente di sorprendere gli altri, e di riscattarsi: è la forza della sua illimitata fantasia, che risolve i problemi con l’approccio ingenuo del gioco, che è sperimentazione primitiva e quindi libera, svincolata dai percorsi obbligati della logica e della consuetudine. “Il generale” trasforma questa peculiarità in un campo di battaglia ludico, un misto di “Risiko” e gioco dell’oca disputato su una tratta ferroviaria. Il risultato è un film che diverte e intenerisce, con un impianto narrativo elementare ma ammaliante, in cui la tensione è costruita poco a poco, come una casetta montata con i mattoncini Lego. Un’opera dall’incanto straordinario.
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