Regia di Mario Caiano vedi scheda film
Caiano, una decina di anni prima, aveva introdotto il western (ma ancora nella versione classica, cioè all'americana) in Italia; nel 1974, quando il filone del cosiddetto 'spaghetti western' è ormai intasato e abusato, il regista prova a inventare qualcosa di nuovo e di bizzarro con questo Il mio nome è Shanghai Joe. Un cinese (con la parlantina sciolta di Ferruccio Amendola, peraltro) nel vecchio Texas alle prese con banditi pericolosi da sgominare esclusivamente a colpi di karate: nella sceneggiatura di Caiano, Fabrizio Trifone Trecca e Carlo Alberto Alfieri non mancano certo i motivi di curiosità e i tentativi di svecchiare il genere inserendo elementi esterni come la cultura orientale, le arti marziali, la denuncia della xenofobia; eppure, come si può facilmente immaginare, il risultato finale è lievemente indigesto proprio a causa di questa miscela eccessivamente eterogenea. Il protagonista è lo sconosciuto (ma efficace) Chen Lee, che in quegli stessi mesi gira anche Tutti per uno... botte per tutti con Bruno Corbucci; al suo fianco c'è uno stuolo di caratteristi più o meno noti (Dante Maggio, Umberto D'Orsi, Piero Lulli, Carla Mancini, Claudio Undari/Robert Hundar) e, in ruoli di più ampio respiro, troviamo anche una manciata di nomi di discreto richiamo: Gordon Mitchell, Giacomo Rossi Stuart, ma soprattutto Klaus Kinski, che compare per pochissimi minuti nella sezione finale della pellicola. Duello conclusivo - giustamente - a base di colpi di karate e armi tipiche orientali. Musiche di Bruno Nicolai, fotografia di Guglielmo Mancori, confezione non eccelsa (in particolare Caiano indugia sul ralenti a più riprese) ma sufficiente per un prodotto che non si propone grandi aspettative. 3/10.
Il cinese Shanghai Joe arriva nel Texas, in cerca di lavoro. Lo trova come guardiano di bestiame, salvo scoprire ben presto di stare agevolando una tratta di messicani per conto di un boss locale. Joe prova a ribellarsi, ma l'ambiente attorno è tanto corrotto che tutti si coalizzano contro di lui.
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