Regia di Mario Caiano vedi scheda film
Curiosissima commistione di generi sufficientemente amalgamata e diretta da Mario Caiano (“A tutte le auto della polizia…”) che riesce a mettere insieme per l’occasione gongfu (con tanto di citazione esplicita a “Cinque dita di violenza”), wuxian (con personaggi che compiono acrobazie inverosimili) e spaghetti western (ambientazione della storia e taglio registico) il tutto condito con un discreto, visto il genere, tasso gore (estirpazione di occhi, amputazioni, scalpi e frequente utilizzo di liquido rosso).
La sceneggiatura è piuttosto ridotta all’osso e tende a essere scollegata puntando tutto sul ritmo senza perdere tempo a caratterizzare i personaggi alcuni dei quali vengono buttati nella mischia quasi senza alcuna caratterizzazione psicologica (vedi ad esempio “il cannibale”). Peccato per la presenza di alcuni momenti trash (su tutti il peggiore è quello in cui i due cinesi si scambiano i pugnali che si tirano contro) che sarebbe stato meglio evitare.
Più che sufficienti le interpretazioni (si segnalano i cammei di Kinski e Giacomo Rossi Stuart) impreziosite da un doppiaggio di qualità (il cinese è doppiato niente meno che dal mitico Ferruccio Amendola). Bene la regia con ricorso a molte inquadrature dalla soggettiva dei protagonisti e altre in cui si passa da primi piani a riprese in campo lungo.
Ottima la “morriconeggiante” colonna sonora di Nicolai, ai margini della sufficienza la fotografia. Nel complesso bizzarro e simpatico. Voto: 6+
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