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Il mio nome è Shanghai Joe

Regia di Mario Caiano vedi scheda film

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La recensione su Il mio nome è Shanghai Joe

di daniele64
6 stelle

C' era un cinese nel Far West ....

Un giovane cinese arriva nel Far West e comincia a mettere i bastoni tra le ruote ai potenti sfruttatori locali .... Insomma , già nell' Ottocento questi maledetti immigrati arrivavano in un Paese e pretendevano di comandare .... Nel 1973 l' esperto artigiano Mario Caiano ( uno che ha girato sfilze di peplum , western , horror e poliziotteschi , per finire con l' erotico ed il nazi exploitation ! ) dirige questo curioso tentativo di ibridare lo Spaghetti Western con i film di kung fu , tanto di moda in quegli anni . Questa pellicola mi ha un po' sorpreso , perchè ero convinto che , vista l' epoca di produzione in cui furoreggiavano i western comici " alla Trinità " , fosse appunto uno di questi . Invece , dopo un inizio che lo lasciava pensare , il registro cambia parecchio e cominciano le scene cruente ( anche molto cruente ) , arrivando ad una cavatura degli occhi , ad una scalpatura ed al mozzamento di una mano ! Inoltre il protagonista non è il solito personaggio del western all' italiana , che pensa solo ai quattrini o alla vendetta . Lui ha un ferreo codice d' onore : non reagisce alle provocazioni finchè non è costretto perchè è stato addestrato a lottare solo a fini di giustizia . Tanto che alla fine dopo aver combattuto i violenti e razzisti americani , sembra decidere di lasciare il paese in cerca di una vita pacifica altrove . Il film non è fatto male , nonostante i voli caprioleggianti del protagonista siano palesemente girati all' incontrario e montati non benissimo , e si avvale delle belle locations spagnole alternate a quelle vistosamente meno nobili delle campagne laziali .

 

Shanghai Joe de Mario Caiano (Western) : la critique Télérama

 

Se il protagonista è uno sconosciuto giapponese che si nasconde dietro l' ovvio pseudonimo di Chen Lee , il resto del cast è davvero notevole , mettendo insieme una galleria di villain così estrema e così cattiva che non si era forse mai vista ! Il capo è un cinicissimo Piero Lulli , che si diverte a sfruttare ed a torturare i poveri peones ridotti in schiavitù . Poi troviamo Claudio Undari nei cenciosi panni di un assassino cannibale , Gordon Mitchell nel funereo ruolo di un killer cantilenante , Giacomo Rossi Stuart che interpreta un crudele baro assassino ed infine l' immancabile Klaus Kinski , sadico cacciatore di scalpi ! Se tutta questa cattiveria non vi basta , potrete assistere poi allo scontro finale con un ex amico cinese traditore , a base di coltelli , katane ed ancora più micidiali colpi di kung fu ! Bella la colonna sonora di Bruno Nicolai , anche se riciclata da un altro western . Difetto principale della pellicola , oltre ad un improbabile accenno di love story interrazziale , la presenza di uno strano finale sospeso . Nel complesso non posso dire che si tratti un bel film , però è un interessante ed originale caso di exploitation splatter traslata nel Far West . Lo premio con un 6 + .

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