La recensione su Turno di notte

Il longevo successo televisivo di Happy Days fece da scuola a Ron Howard anche come regista oltre che come attore tanto che alle soglie degli anni ottanta si spostò definitivamente dietro la mdp dando inizio ad una brillante carriera da realizzatore, proprio Turno di notte lo pose finalmente nei radar delle grandi case di produzione hollywoodiane.

Lo spunto preso da un articolo del Times di un coroner dell'obitorio che aveva messo su un giro di prostituzione è il nucleo centrale del film che ha come protagonista un ottimo Henry Winkler all'opposto del macho Fonz che lo aveva reso famoso, egli stesso dichiarò che il ruolo di Chuck Lumley gli piaceva perchè aveva tutte le caratteristiche del timido ed impacciato Ricky Cunningham interpretato da Howard per tanti anni.

Chuck impiegato dell'obitorio a New York alle prese con una fidanzata ingorda sovrappeso e antipatica viene spostato al turno di notte perchè il nipote del suo capo è stato raccomandato per il servizio diurno, l'arrivo di un pappone fatto fuori dai mafiosi gli fa incontrare  Belinda che ormai non ha più un protettore ed è diventata da poco sua dirimpettaia nel condominio dove vive, la ragazza è carina e frizzante tanto che fra i due c'è subito del tenero ma la svolta arriverà quando Chuck conoscerà Billy, l'addetto al trasporto cadaveri dell'obitorio che abituato a trafficare sottobanco lo convincerà a diventare il nuovo protettore di Belinda e le sue colleghe con lui stesso come braccio destro e l'ufficio come base operativa, situazioni esilaranti e paradossali in arrivo per tutti ma anche se il puttanaio avrà

vita breve Chuck darà una svolta alla sua vita.

Il film è piacevole, scorre leggero e mette già in mostra le brillanti capacità di filmaker di Howard che dirige bene i suoi attori e cattura con grande gusto la night life della grande mela, lo servono benissimo Winkler in un ruolo inusuale per lui a contatto forzato con una Shelly Long in gran forma fisica ed attoriale nel ruolo di Belinda la scaltra prostituta che gli cambierà la vita, c'è un gran feeling fra i due quando sono nello stesso frame anche se così non era a macchine ferme ma chi ruba la scena a volte in maniera eccessiva è l'esordiente Michael Keaton nel ruolo di Billy che sembra fare le prove per Beetlejuice con le sue smorfie maniacali ma il persongaggio

lo richiedeva per cui l'overacting è giustificato e il film in questione fu un trampolino di lancio soprattutto per lui.

Il difetto più grave del film è quello di non condire le situazioni esilaranti dello script con battute particolarmente memorabili e divertenti,

si respira una comicità molto a stelle e strisce che accontenta i loro gusti ma non troppo i nostri al di qua dell'oceano.

Tenete gli occhi aperti per alcuni camei facili e meno facili da individuare: Shannen Doherty è la scolaretta che picchia Chuck nell'ascensore perchè crede abbia abusato di Belinda, Kevin Kostner si vede fare per pochi secondi il trenino con Keaton ed altri studenti ubriachi nel segmento della festa all'obitorio, fra le puttane amiche di Belinda ci sono la madre di Drew Barrymore e Ola Ray la ragazza del leggendario video di Michael Jackson "Thriller" ed infine doppio cameo per Howard che si sbaciucchia con sua moglie davanti all'ingresso del palazzo dove vive Chuck ed è il sassofonista che nella metro gli chiede soldi spicci.

Bella musica dell'immenso Burt Bacarach: la colonna sonora include anche una prima versione di That's what friends are for ma l'arrangiamento soporifero e la voce grattugiata di Rod Stewart c'entrano come i cavoli a merenda e passò completamente inosservata, diventerà un grande successo in una nuova versione incisa per scopi benefici da Dionne Warwick and friends.