Dalla metà degli anni '70 alla metà degli anni '80 Cronenberg si concentrò sul legame tra mente e corpo, e lo fece sempre senza limitare i suoi ragionamenti a un alveo autoriale, ma inserendoli in un contesto di genere particolarmente di moda in quegli anni. È per questo che Scanners è anzitutto uno splendido noir fantascientifico, scritto perfettamente dallo stesso regista, come un puzzle che va via via formandosi tra ricerche, sparatorie e colpi di scena, tutto retto da una regia cristallina e divertita. Ovviamente ciò non toglie nulla alla ricerca filosofica cronenberghiana, che questa volta decide di espandere i propri orizzonti attraverso l'analisi della psicocinesi: cosa c'è di più pertinente circa quel rapporto antropologico tanto caro a Cronenberg, se non una teoria secondo cui tramite l'attività psichica si possono causare traumi fisici? Proprio per questo è qui che si trova la sequenza (diventata cult) che spiega perfettamente e in pochi secondi l'anima del suo cinema: l'esplosione di una testa causata da un intenso processo cerebrale. La musica, magnifica, è curata dal solito Howard Shore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta