Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Uno dei primi e dei migliori film di Sidney Pollack, girato negli anni in cui si andava formando il movimento della New Hollywood, anticipa alcune linee direttrici del suo cinema futuro. La storia della maratona di danza è ambientata negli anni Trenta della Grande Depressione, ma a me sembra una metafora del potere distruttivo dello show business quando viene spinto ai suoi estremi e non tiene più conto della dignità dell'uomo. Una denuncia amara e in anticipo sui tempi, dove già si può vedere il cattivo gusto e l'ipocrisia dei tanti Reality show che continuano a proliferare sul tubo catodico. Fra i vari personaggi, quello più riuscito e toccante è quello di Gloria, a cui Jane Fonda riesce a conferire una disperazione e una tragicità che ne fanno una figura memorabile (credo che l'attrice meritasse qui l'Oscar molto più che negli altri film per cui effettivamente lo prese); efficace nel suo sadismo anche il Maestro di cerimonie di Gig Young, attore che in precedenza aveva interpretato soprattutto commedie leggere con Doris Day e Rock Hudson, che per questo film fu premiato come miglior attore non protagonista dall'Academy. A livello stiilistico, molto interessante soprattutto l'inserimento di brevi flash-forward che rimandano ad un processo successivo alla maratona che occupa il corpo centrale del racconto. Claustrofobico e per certi versi ossessivo, è uno dei film più spietati del regista; non tutto il materiale narrativo è perfettamente a fuoco e c'è qualche insistenza melodrammatica di troppo, ma nel complesso è una bella riuscita. Tratto da un romanzo di Horace McCoy a cui Pollack è rimasto fedele per gran parte dell'intreccio, pur con qualche cambiamento in alcuni sub-plot e nei personaggi minori, è uno dei film più coraggiosi della sua epoca.
Voto 8/10
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