Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Gli manca qualcosa per figurare tra i capolavori assoluti della prima New Hollywood, al pari di Gangster Story e Wild Bunch. Anzitutto il personaggio della Fonda è troppo monocorde (e anche la sua interpretazione, nonostante la statura "iconica" di Jane, non convince del tutto); le figure di contorno sono anch'esse definite in maniera talvolta superficiale. Ci sono alcuni tempi morti, fasi di stanca, passaggi a vuoto; e una dose di retorica forse eccessiva per il contesto. Manca completamente una vena grottesca che avrebbe potuto bilanciare il dramma. Le ripicche per gelosia delle coppie partecipanti, così come i flash-forward del processo non risultano particolarmente efficaci, a livello drammaturgico. E il finale davvero mi ha lasciato molto perplesso per il suo pragmatico nichilismo. Pollack è stato certamente un bravo regista, ma se il progetto fosse capitato nelle mani di Altman sarebbe probabilmente venuto fuori un vero capolavoro, una Nashville da incubo. Così è invece una sorta di Rollerball in versione più umana. Ciò non toglie che le sequenze di corsa (chiamate "derby") siano ancora oggi sconvolgenti nella loro crudeltà e che l'allegoria sulla miseria morale del mondo occidentale e sul delirio della società dello spettacolo sia complessivamente riuscita e oggi attuale più che mai.
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