Regia di Claudio Risi vedi scheda film
Un uomo di nome Lupo perde la sua amatissima barca a poker; dall’Australia intanto è arrivato suo nipote Pierre, disposto a tutto pur di fargli riavere l’imbarcazione.
Dopo un lungo apprendistato, cominciato nel 1971 con In nome del popolo italiano, in qualità di assistente di suo padre Dino, Claudio Risi decide di esordire da titolare dietro la macchina da presa con questo Windsurf – Il vento nelle mani, nel 1984. Nonostante la pellicola risulti confezionata dignitosamente e, con tutti i limiti che stiamo per vedere, funzioni a dovere per gli obiettivi che si propone, il maggiore dei fratelli Risi dedicherà sempre meno tempo al cinema nel futuro, lasciando che sia più spesso Marco, di tre anni più giovane, a proseguire idealmente le orme paterne. Windsurf è un filmettino inconsistente o quasi, con un protagonista giovane e belloccio in quel momento… sulla cresta dell’onda (e non solo per l’argomento marittimo della storia), cioè Pierre Cosso, un Philippe Leroy a fargli da spalla (cosa che già denuncia un assurdo di partenza, considerate le doti attoriali dei due a confronto) e una trama leggerissima destinata al più spensierato intrattenimento del vasto pubblico, non solamente quello più giovane. Qualche scena di azione acquatica costituisce il fiore all’occhiello di un’operazione per il resto piuttosto evanescente, della quale in effetti si è ben presto persa memoria. Il copione è firmato dal regista, da Ugo Liberatore e da Maria Nunzia Tambara. 3/10.
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