Regia di Alain Delon vedi scheda film
Uscito dal carcere dopo un colpo ai danni di una gioielleria, Jacques Dernay è tampinato dagli sgherri di un mandante misterioso, che uccidono via via le persone a lui vicine, per avere informazioni su dove possa essere nascosto il bottino della rapina, consistente in diamanti: ma Dernay è un duro, e passa al contrattacco. La terza ed ultima regia cinematografica della star Alain Delon è un pòlar in cui il protagonista è un uomo della malavita, con un proprio codice, che non dovrebbe fidarsi quasi di nessuno, dato che in molti lo vogliono morto: chiaramente, la polizia, benchè presenzi nelle sembianze del commissario che lo arrestò, non sembra fare granchè per impedire i regolamenti di conti e la progressione di delitti anche in mezzo alla strada che vengono commessi. Il film non ha il dono della scorrevolezza, Delon, oltre a portarsi a letto, in pratica, tutti i personaggi femminili ( va da sè....), fa ruotare tutto attorno a sè, e se da interprete è comunque valido, da regista pare appunto farsi fin troppi favori, oltretutto autografando il fermo immagine finale. C'è una giovane Anne Parillaud che diventa il secondo personaggio del racconto, ma come "giallo" se è anche troppo prevedibile chi sia il mandante della persecuzione di Dernay, c'è da domandarsi come mai tutti quelli che commettono azioni criminose come sparare a qualcuno, non si peritino minimamente di non lasciare, per esempio, impronte digitali...
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