Regia di Norman Jewison vedi scheda film
Un ladro gentiluomo e miliardario gioca a rimpiattino con un’affascinante investigatrice, che dovrebbe dargli la caccia e invece se ne innamora. Giallorosa stranamente freddo e poco coinvolgente rispetto ad altri titoli del genere (per me il modello inarrivabile resta Sciarada di Donen); a vederlo oggi, poi, risultano fastidiose le scelte di montaggio legate a quel periodo. McQueen funziona, la Dunaway è ancora un po’ acerba. La cosa migliore del film è la bellissima canzone The windmills of your mind (premiata con l’Oscar), che enumera una lunga serie di immagini di movimenti circolari (“like a circle in a spiral / like a wheel within a wheel”, “like a snowball down a mountain / or a carnival balloon”) per giungere a una malinconica consapevolezza: “Pictures hanging in a hallway / and the fragment of a song / half remembered names and faces / but to whom do they belong / when you knew that it was over / were you suddenly aware / that the autumn leaves were turning / to the color of her hair”.
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