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U-Boot 96

Regia di Wolfgang Petersen vedi scheda film

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La recensione su U-Boot 96

di barabbovich
6 stelle

Esistono diverse versioni di questo film claustrofobico, quasi interamente ambientato in un sottomarino: da quella abbordabile (un paio d'ore circa), circolata per il mercato europeo, a quella televisiva, andata in onda sulla televisione tedesca in ben 6 puntate. La versione "director's cut" - della quale il regista Wolfgang Petersen va giustamente orgoglioso perché grazie a questo colossal da miliardi di marchi sarebbe in seguito entrato nel firmamento hollywoodiano - dura "appena" 220 minuti. Troppi, davvero troppi per raccontare la vicenda tratta dal romanzo di Lothar-Gunther Buchheim, ambientata nel 1941, quando un sottomarino tedesco si diresse verso le coste inglesi per attaccare la flotta dell'odiatissimo Churchill. Nel film accade un po' di tutto, dagli attacchi dei cacciatorpedinieri britannici alla rottura del sistema sonar fino all'inabissamento con inevitabili corollari disastrosi. Poi un miracolo tecnico-ingegneristico della flotta riporta a galla il gigante del mare. L'ebbrezza dura poco: dal cielo arriva un micidiale attacco aereo delle forze alleate che trasforma quella gioia in un eccidio.
Pur nell'evidente dispendio di mezzi, che spiega perché in seguito Petersen avrebbe proseguito la propria carriera negli Stati Uniti, il film è tutto un dare ordini, un invitare alla calma, un correre vorticosamente per il corridoio. In più, i caratteri dei marinai sono bozzettistici e solo qualche squarcio frastornante rompe la monotonia del racconto, che si trasforma in un apologo esistenzialista sulla condizione umana, nel quale il nazismo rimane distintamente dietro le quinte.   

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