Regia di Giorgio Bianchi vedi scheda film
"Cult", con Sordi in gran forma.
Il copione di questo film, è stato talmente geniale e accattivante, da fornire tre riproposizioni,la prima risale al 1937 con la regia di Camerini e con De Sica Vittorio protagonista, questa probabilmente la più riuscita, con la regia di Bianchi e scambio di ruoli tra De Sica e Sordi e infine un fiacco remake del figlio d'arte Christian, che sembrerebbe, però, più portato per interpretare i cinepanettoni.La storia molto semplice, ma ben costruita, racconta di un giornalaio, che seguendo le lezioni e le regole di "bon ton"di un vero conte,tale max Orsini Varaldo, sogna di entrare nel dorato mondo del jet-set, dell'aristocrazia, che all'epoca coltivava ancora la velleità di possedere un peso sociale e politico.Parte dunque per Cortina dove grazie ad un equivoco,riuscirà a camuffarsi sotto le mentite spoglie proprie del suo mentore, per inseguire le emozionanti avventure mondane, tra alberghi costosi e partite a bridge, prenderà anche una cotta per una contessa, ma ben presto capirà di non essere portato per quella vita vacua, finta e di apparenza.Così, allorquando la nobildonna castigherà ingiustamente il comportamento della collaboratrice domestica, per dar ragione alla figlia maleducata e straviziata,rientrerà nei ranghi,manderà a quel paese la conventicola di nobili,parassiti vanagloriosi e classisti e si accompagnerà alla servetta umile, ma di buoni sentimenti.
Il regista con questo lavoro disegnò con grande sagacia,una società che ancora non si era rassegnata alla decadenza della nobiltà e aspirava a restare ancora in vetta nella scala sociale, pur non possedendo altro che titoli senza più valore ed esibendo una ignobile condotta,fatta di superficiale tracotanza,di supponenza, di prevaricazione e prepotenza.
Sordi da grande istrione, qual'era, regalò una prova straordinaria e il film è entrato a buon diritto nel novero degli indimenticabili del secolo scorso.
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