Regia di Joris Ivens vedi scheda film
Poetico canto d'amore del documentarista olandese Joris Ivens alla città di Amsterdam, ritratta prima, durante e dopo un temporale, in linea con le suggestioni visive di analoghe cine-sinfonie cittadine (Berlino - Sinfonia di una grande città, di Walter Ruttmann, ad esempio) e con lo sperimentalismo visivo del suo esordio Il ponte. Ivens, affiancato da Mannus Franken, che collabora a regia e sceneggiatura, mutua dal formalismo delle avanguardie cinematografiche degli anni Venti il lirismo delle immagini, ribaltandone, con gli interventi in fase di montaggio sul materiale girato, l'ispirazione naturalistica dello sguardo e destrutturandone la successione temporale e la continuità narrativa degli eventi, come se tutte le inquadrature del film fossero state girate contemporaneamente e poi riassemblate in seguito secondo un ordine casuale ed accostamenti per analogia o per scarto. Le prime nubi e le folate del vento, presaghe della pioggia incombente, iniziano ad oscurare il cielo, poi arriva, implacabile, il temporale: i primi piani della macchina presa scrutano da angolazioni impossibili gli scorci più nascosti della città, catturano i riflessi della luce nelle pozzanghere o sui vetri bagnati di tram e negozi, seguono i movimenti affrettati dei passanti lungo le strade ed osservano il maestoso gonfiarsi delle acque dei canali, ipnotizzando lo spettatore con i dettagli degli zampilli della pioggia o con le vedute panoramiche dai tetti. Fino alla quiete dopo la tempesta. Affascinante e storicamente imprescindibile per cogliere le evoluzioni stilistiche del cinema documentaristico.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta