Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
Spesso il cinema ha raccontato la vita di artisti celebri e segnati da percorsi difficili,a volte davvero tragici:sui pittori,dati i frequenti riferimenti immessi dai registi nella scelta delle inquadrature e nelle citazioni vere e proprie, ampia è la gamma di pellicole a disposizione. Difficilmente,però, sia la cifra artistica della persona scelta che le passioni e i tormenti sono state ben rese come quelle di Vincent Van Gogh in questo lungometraggio diretto da Minnelli. "Brama di vivere" narra l'esperienza fallimentare di predicatore del genio fiammingo,i suoi amori sventurati,la miseria ed il precipitare nella schizofrenia,ma anche la creatività tenace che gli placava l'anima e lo ha reso uno dei massimi genii dell'arte pittorica. Impugna il ruolo rinunciando alla sua canonica mascolinità irruenta un Kirk Douglas da premio Oscar (che andò invece al comunque ottimo Anthony Quinn,un Gauguin amico,sodale e rivale),che dà riflessi malinconici eppure vividi e bisognosi d'amore al suo Van Gogh: il quale ha un rapporto con qualche venatura vagamente omosessuale con Gauguin,più deciso e temperamentoso, e si perde nella follia che era il controcanto,forse,della genialità con cui adoperava i pennelli. Il film ha colori intensi,un procedere narrativo di forte presa,e un'ambientazione molto ben curata:si nota la mano del regista che già in "Un americano a Parigi" aveva rimarcato il suo amore per la pittura, e si rimane impietositi di fronte ad una parabola di vita così drammatica e inesorabilmente perduta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta