Regia di Giuseppe Ferrara vedi scheda film
A seguito dei successi ottenuti con la lotta al terrorismo, il generale dei carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa (Ventura) ricevette l'incarico di coordinare la guerra alla mafia in qualità di prefetto di Palermo. Era il 1982 e le cosche mafiose in piena rivalità avevano portato il livello del conflitto ai massimi storici. Dalla Chiesa diede un giro di vite che dispiacque tanto alla mafia quanto al Governo, allora presieduto da Andreotti: controlli fiscali, blitz di Carabinieri e Polizia ebbero l'effetto di inasprire la guerra che la mafia aveva ingaggiato contro lo Stato e che portarono al barbaro assassinio di Dalla Chiesa il 3 settembre del 1982, quando si trovava in auto in compagnia della sua giovane moglie (De Sio). La storia ci dirà che il generale dalla Chiesa non morì invano: il suo decesso sconvolse l'opinione pubblica e alcune delle proposte di legge in materia di criminalità organizzata avanzate dall'on. comunista Pio La Torre, deceduto qualche tempo prima, segnarono un deciso passo in avanti nella lotta alla mafia.
Giuseppe Ferrara non è un genio della cinepresa: in questo come in altri film la regia è piatta, televisiva, a tratti didascalica. Eppure Ferrara si distingue per un impegno etico e civile fuori dal comune, continuando a puntellare la storia del cinema italiano con opere che tengono ben vigile la memoria collettiva. E non è poco.
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