Regia di Giuseppe Ferrara vedi scheda film
Carlo Alberto dalla Chiesa, generale dei carabinieri noto per il suo severo impegno contro il dilagante terrorismo nel Paese, viene chiamato a ricoprire l'incarico di prefetto di Palermo, città in mano alla mafia. Siamo nel maggio del 1982 e i giorni che separano dalla Chiesa dalla sua morte (per attentato mafioso) sono poco più che un centinaio.
Ferrara si era già distinto per una ferma idea di cinema civile e antispettacolare, teso all'asciutta narrazione dei fatti e quasi del tutto privo di concessioni estetiche nei confronti dell'intrattenimento del pubblico. Ecco quindi che non sorprende questo quasi-instant movie sulla tragica fine del generale dalla Chiesa, assassinato barbaramente dalla mafia a Palermo un anno e mezzo prima dell'uscita della pellicola. Ferrara la dirige e ne scrive il soggetto (cosa che rimarca quanto appena sostenuto sul suo impegno civile), mentre per la sceneggiatura viene affiancato da ben quattro ulteriori firme, cioè quelle di Riccardo Iacona, William Laurent, Piergiovanni Anchisi e Peppuccio (sic) Tornatore, già attivo quest'ultimo come documentarista e prossimo all'esordio come regista in un film a soggetto (certo non per caso, sarà Il camorrista, nel 1986). Il cast è sensazionale, quello sì: Lino Ventura nei panni del protagonista viene affiancato, fra gli altri, da Arnoldo Foà, Giuliana De Sio, Stefano Satta Flores, Adalberto Maria Merli; il ritmo e la tensione però vacillano, vittime del meccanismo cronachistico che guida la mano di Ferrara, più giornalista che cineasta. Poco importa naturalmente dal punto di vista dei contenuti, che sono di primaria urgenza e meritevoli della massima diffusione; a conti fatti di pregi e difetti, Cento giorni a Palermo supera - ma non rende superfluo, dati gli argomenti in campo - il successivo Il generale dalla Chiesa, che Giorgio Capitani dirigerà nel 2007 con Giancarlo Giannini nei panni del prefetto di Palermo. 5/10.
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