La recensione su Cento giorni a Palermo

"Cento giorni a Palermo" diretto nel 1984
da Giuseppe Ferrara,devo dire che non
mi è dispiaciuto.

La storia tratta che dopo le uccisioni,
da parte della mafia,dell'ispettore Giuliano,
di Pier Santi Mattarella e di Pio La Torre,
il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è
nominato prefetto di Palermo per sconfiggerla,
dopo il suo impegno e contributo per il terrorismo.

Però non gli vengono concessi i poteri che egli
ritiene indispensabili per sconfiggere la mafia,
potente anche a Roma, fino a bloccare
le leggi che l'avverserebbero. 

Il Film è una Produzione Italo-Francese
narra le vicende accadute nei 100 giorni
passati nel capoluogo siciliano dal generale
Carlo Alberto Dalla Chiesa,mandato dal governo
per sconfiggere la mafia dopo che ha contribuito
parecchio a farlo con il terrorismo,e in cabina
di regia a raccontarci questa vicenda nera d'Italia
è Giuseppe Ferrara,regista e critico impegnato
politicamente,e realizza quasi un "istant Movie",
perché c'era ancora il nervo scoperto in Italia
per questa brutta vicenda,e lo fa senza girare
molto intorno e con una narrazione potente
per il modo violento che viene narrato.

Per dirla meglio Ferrara miscela il Film
"di genere" con la denuncia sociale per un fatto
realmente successo,anche se non riesce a approfondire
tutto quello che è accaduto a Dalla Chiesa,
ma contempo vuole raccontarci anche la sua vicenda
umana di un uomo preciso nel suo lavoro,
con rispetto delle istituzioni e con l'obbiettivo
di "fare funzionare lo stato" che un operaio
la definisce "una impresa rivoluzionaria".

Il regista utilizza anche filmati di repertorio
come il funerale di Pio La Torre con il discorso
di Berlinguer e le alte cariche dello stato presenti,
e dove Dalla Chiesa guarda con attenzione
tutti questi esponenti dell'epoca.

Ma quello che il regista vuole farci capire
che Dalla Chiesa a un certo punto non si fidava
nessuno perché dopo un certo periodo gli venne
il sospetto che alcuni di quelli intorno a lui
erano collusi con la mafia,e poi succede anche
che un certo punto non vedendosi approvata
una "legge antimafia" cominciò a dubitare
anche di gente molto in alto.

Da segnalare la buona direzione degli Attori
dove segnalerei soprattutto la interpretazione
di Lino Ventura che interpreta appunto Dalla Chiesa,
che ci regala una delle sue interpretazioni memorabili
perché si immedesima quasi in modo carnale,
poi figura anche Giuliana De Sio,che all'epoca
era all'apice del successo,interpreta la moglie
Emanuela Setti Carraro,che trasmette l'innocenza
e l'onestà di questa persona che uccisa soltanto
per essere la moglie e che era con lui quella sera
fatale.

Poi il regista ha dalla sua un buon Cast
come:

Lino Troisi-Stefano Satta Flores-Arnoldo Foà-
Adalberto Maria Merli-Andrea Aureli-Accursio Di Leo-
Anita Zagaria-Aldo Sarullo-Maria Lo Sardo-
Giuseppe Lo Presti-Luigi Nicolosi-Rosario Coniglione-
Guido Sagliocca e Anthony Caruso.

Invece nel reparto tecnico segnalerei
la malinconica Fotografia di Silvio Fraschetti,
le tese musiche di Vittorio Gelmetti
e le scenografie di Antonio Visone,
che rendono una buona ricostruzione.

In conclusione un Film medio,
che segue un linguaggio narrativo
molto potente per le scene di
violenza,tralascia ad approfondire
tutto il marciume visto da Dalla Chiesa
ed è questo il punto debole,ma ha l'obbiettivo
di far vedere che questo uomo non ebbe un aiuto
da nessuno compreso lo stato assente,e che l'ha
mandato a Palermo come "parafulmine" e
per creare un alibi allo stato che non poteva
fare niente per questa piaga che ancora oggi
fa scorrere del sangue.

Il mio voto: 6,5.