Regia di Giuseppe Ferrara vedi scheda film
I cento giorni nel capoluogo siculo sono quelli del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, già prefetto di Milano altamente considerato per aver combattuto con successo le Brigate Rosse, inviato a Palermo per avviare una strategia vincente contro le cosche che negli anni Ottanta indissero una guerra spietata che falciò vittime su vittime, insanguinando le strade e le cronache di una delle più belle isole del Mediterraneo. La partita ha una posta altissima, visto che sotto il piombo dei clan sono già caduti nomi di spicco come Boris Giuliano e i politici Pier Santi Mattarella e Pio La Torre, ma nei tre mesi e più in cui Dalla Chiesa svolse il suo contributo nella lotta alla mafia l'impegno e l'entusiasmo infusi nell'operato non mancarono, e il film sottolinea il progressivo isolamento del militare da parte della politica e dai potenti: Giuseppe Ferrara è un cineasta dalla grande vis polemica, e perlomeno sul piano delle intenzioni, c'è sempre stato da apprezzarlo. Ma anche qui, nonostante il buon taglio cronachistico dato all'angosciante quadro semibellico dell'aggressiva campagna di sangue dei criminali sotto le varie cupole, stona quella tonalità un pò da romanzo d'appendice data alle parti del privato di Dalla Chiesa, senza colpa degli interpreti, visto che Ventura dà una caratterizzazione sobria e corretta, e Giuliana De Sio dà la giusta intensità al ruolo della giovane moglie, pure lei massacrata in auto in un agguato infame. Volenteroso e serio, non del tutto riuscito.
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