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Invito ad una sparatoria

Regia di Richard Wilson vedi scheda film

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La recensione su Invito ad una sparatoria

di galaverna
6 stelle

Un film altalenante che, nonostante il personaggio di Yul Brinner rimanga impresso nella memoria, non riesce mai veramente a decollare

Yul Brinner è in "Invito a una sparatoria" un pistolero psicopatico (guai a pronunciare male il suo complicatissimo nome da meticcio creolo..) come poi se ne ritroveranno in numerosi epigoni, dai fratelli Coen a Tarantino ed Eastwood. Ma è anche un fuorilegge con una sua idea di giustizia, e quando comprende le vere ragioni per cui è stato ingaggiato (far fuori un reduce a cui è stata sottratta la casa) decide di regolare i conti a modo suo. Se il protagonista, e soprattutto la sua infallibile mira, rimangono impressi nella memoria, meno lo è la trama che si adatta un pò a scatti ad una storia che a volte appare fin troppo inverosimile, così come la "rivoluzione copernicana" di un finale che getta in aria tutte le carte in tavola ma nonostante questo non convince del tutto. Resta comunque nella storia del western un personaggio che, con il suo vestito nero e la camicia bianca di pizzo, e "dotato" di una sola espressione facciale (una sorta di Clint ante litteram..) suona il pianoforte con la stessa dimestichezza con cui fa roteare la pistola dopo ogni esecuzione (non musicale, ovviamente..).

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