Regia di Frank Shannon (Franco Prosperi) vedi scheda film
Clint, sicario di professione, vola a Parigi insieme al giovane 'collega' Tony per eliminare un uomo che ha appena fatto una complessa plastica facciale. L'impresa è pertanto difficilissima; ma nulla è impossibile per l'abile e astuto Clint. Che però non sospetta il tradimento di Tony.
Esordio alla regia per Franco Prosperi, omonimo e pressochè coetaneo - oltre che attivo nello stesso periodo, fra i Sessanta e gli Ottanta - del Prosperi sodale di Jacopetti e Cavara nella realizzazione del tanto discusso Mondo cane (1961). Nulla in comune fra i due, oltre ai dati anagrafici: quello di cui si parla qui è stato un modestissimo mestierante capace di adattarsi di volta in volta alle richieste del pubblico di quel momento; qui debutta sfruttando la scia del successo di James Bond e delle sue imitazioni, imitandole a sua volta con una spy story davvero all'acqua di rose, blanda nei contenuti e nello svolgimento. Tecnica di un omicidio, la cui cosa migliore è senz'altro l'intrigante titolo, è una coproduzione fra Italia e Francia con una sceneggiatura dello stesso regista (che in entrambi i ruoli si firma con lo pseudonimo Frank Shannon) e un cast così così, che accosta al veterano della tv americana Robert Webber il nostro giovane Franco Nero (Frank Nero nei titoli di testa), con il ruolo del cattivo affidato allo spagnolo Josè Luis de Vilallonga e quello della belloccia di turno alla francese Jeanne Valerie. Tensione ai minimi storici, azione poco sopra; divertenti quantomeno, nella loro totale mancanza di fantasia, i nomi d'arte esterofoni utilizzati: la fotografia è di Eric Menczer (Erico Menczer), il montaggio di Mark Sirandrews (Mario Serandrei) e via dicendo. 2,5/10.
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