Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Grande opera di Chabrol
Chabrol è stato un regista geniale, molto introspettivo e attento osservatore dell'umano comportamento,da sempre ha indagato con i suoi film, le tante perversioni e le innumerevoli contorsioni della psiche umana.
In questo film,di grande finezza psicologica ,al centro delle sue attenzioni c'è la gelosia,morbo pericoloso,sentimento forte e destabilizzante, demone interiore.L'occhio del regista scava e scruta con meticolosa attenzione, all'interno della mente di un uomo ,all'apparenza equilibrato e sereno, socialmente integrato,proprietario di un albergo accorsato,marito di una moglie bellissima e innamorata, ma un dettaglio,un "incidente" microscopico, comincia lentamente, ma inesorabilmente a corrodere la sua mente,come la goccia "cinese"della omonima e agghiacciante tortura,la sua coscienza scivola a poco a poco, nella patologia ossessiva, fino a diventare un delirio febbricitante,zeppo di farneticazioni,sull'orlo delle allucinazioni e la sua vita diventa un incubo senza fine.Il film è del 1993, ma è attualissimo, come le cronache odierne ogni giorno ci ricordano,quasi tutti i casi di femminicidio sono perpetrati per motivi di gelosia.Morbo a volte letale, tarlo insidioso e subdolo,amore coniugato in modo distorto,da sempre, basti pensare all'Otello di Shakespeariana memoria"Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore!"
Chabrol è abilissimo nel coinvolgere lo spettatore al quale sembra di precipitare insieme allo sfortunato protagonista,negli abissi della follia.Peraltro anche la recitazione di François Cluzet è impeccabile.
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