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L'inferno

Regia di Claude Chabrol vedi scheda film

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ArwenLynch74

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La recensione su L'inferno

di ArwenLynch74
9 stelle

Paul Prieur è proprietario di un albergo in riva al lago, sposato con una donna bellissima Nelly da cui ha avuto un figlio, lavora in maniera sfiancante per mandare avanti l'albergo, ma un giorno trova sua moglie chiusa in una stanza con un altro uomo a guardare diappositive, è la molla che fa scattare il sospetto di un suo probabile tradimento, che accenderà una miccia che porterà l'uomo verso una ossessiva gelosia patologica, in cui in ogni uomo che vede crede sia stato a letto con sua moglie, e quindi lo immagina un rivale.

Man mano che passa il tempo Paul diventa più violento, più ossessivo, nonostante i sonniferi e l'alcool che beve, il cui medico gli ha detto di andarci piano.

Claude Chabrol riprende un soggetto originariamente ideato da Henry-George Cluzot e ne dirige l'adattamento, con François Cluzet ed Emanuelle Béart, in un film che sottolinea i limiti e le patologie del rapporto matrimoniale quando diventa patologico e ossessivo.

Lo stress al lavoro provoca brutti scherzi, e si ha la consapevolezza di essere traditi quando in realtà non c'è stato alcun tradimento, Claude Chabrol, è capace di portare alla luce i due lati della medaglia, il marito geloso, e la moglie che subisce la sua gelosia, la sofferenza capace di tramortire la donna, di renderla incapace di capire cosa le sta succedendo, e anche di aiutare il marito, che è ossessionato dal fatto che lei lo tradisca persino con i clienti dell'albergo.

Il film narra di un matrimonio che finisce a causa del cancro della gelosia che si insinua, prima con dei piccoli sospetti, poi con una acuta consapevolezza illusoria ovviamente, di un marito che si è lasciato soggiocare dallo stress di dover gestire un albergo.

Uno dei film più tormentati di Claude Chabrol, senza alcun finale logico, perché non c'è logica nella gelosia.

Da vedere.

 

Emmanuelle Béart, François Cluzet

L'inferno (1993): Emmanuelle Béart, François Cluzet

 

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