Regia di Wes Craven vedi scheda film
Salutato come un horror "politico" alla sua uscita, "La casa nera" è un racconto "american gothic", che estrapola da uno sguardo al sociale un avvio ad una contaminazione fiabesca ed insieme orrida, che ha parentele con Hansel e Gretel, ma porta in sè anche una venatura dickensiana. La storia del piccolo ladruncolo Fools che segue una versione black di Fagin nel cercare di effettuare un furto in una grande casa e si ritrova in una dimensione folle e sanguinaria ad opera dei padroni di casa, una coppia di pazzi ferocissimi, che tortura e massacra giovani incautamente capitati a loro tiro si incrocia con una rivolta di quartiere che anticipa profeticamente i disordini di Los Angeles che realmente avvennero nell'inizio del 1992. Il film ha un discreto passo narrativo, si impiastriccia in qualche ammicco grottesco di troppo e non convince del tutto nel finale liberatorio.Però la sadica strega dalla facciata perbenista con esplosioni di ira isterica Wendy Robie è davvero un personaggio che solleva inquietudine, la percezione assieme avventurosa ed impaurita del piccolo protagonista è ben resa;in più, sia la mise sadomaso di Everett McGill che l'idea di vittime tenute nel sottoscala sembrano i prototipi di ciò che Bruce Willis incontra nel negozio dei due pazzi torturatori di "Pulp fiction". Anzi, a ben pensarci l'intera trama sembra ispiratrice di quel brano famosissimo di cinema.
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