Regia di Robert Clouse vedi scheda film
L'ultimo film interpretato dal grande Bruce Lee prima della prematura morte è anche il primo interamente prodotto in America ma girato ad Hong Kong e si vede, la musica funky dominata dal basso caratteristica del genere black explotation e le cadenze della regia di Clouse imbottita di slow motion, dissolvenze sui flash back e zoommate reiterate concluse con primi piani ossessivi sono il marchio di fabbrica di un film che seppur con molti difetti è da considerare come il capostipite di un genere nato dall'incontro di due culture rivali ed opposte, innegabile l'influenza dei film di James Bond soprattutto nella struttura della trama e nel personaggio di Lee che è un agente federale esperto di arti marziali incaricato dal governo di partecipare all'annuale torneo fra cinture nere che si svolge nell'isola del dottor Han per scoprire l'organizzazione criminale da lui condotta e aprire la strada ad un commando di agenti scelti, al torneo partecipano anche lo squattrinato Roper interpretato da un John Saxon mai così brillante e il nero Williams che ha il volto ed i capelli cotonati di Jim Kelly, altro attore specializzato in film action picchia duro.
Il tono è quello di una striscia a fumetti e per gustare la visione in pieno è questa l'unica chiave di lettura possibile visto che i dialoghi sono demenziali e la recitazione di quasi tutto il cast è sovraccaricata a tal punto che in diverse sequenze si raggiunge una comicità involontaria di cui il personaggio del cattivissimo dottor Han è il rappresentante più dotato con la sua mano intercambiabile pelosa e tagliente oltre ad una tecnica parecchio approssimativa in confronto a quella di sua maestà Bruce Lee, il climax nella camera degli specchi è comunque d'antologia come lo scontro fra Lee e una cinquantina di tirapiedi in kimono nei sotterranei della raffineria d'oppio, ovviamente Roper e Williams fanno da spalla a Lee ma si ritagliano anche loro una piacevole porzione di film contribuendo alla sua riuscita soprattutto nelle distensive scene con le geishe volontarie a disposizione dei gareggianti.
La lavorazione è condita da tanti aneddoti ad esempio Lee si tagliò ad una mano nella scena in cui si scontra con O'Hara munito di cocci appuntiti perché la produzione non aveva a disposizione bottiglie di vetro finto, in una scena di lotta un giovanissimo Jackie Chan fu colpito da Bruce Lee violentemente tanto che per scusarsi gli promise di farlo lavorare con lui in tutti i suoi film successivi ma come ben si sa la sua carriera si interruppe inaspettatamente quando ancora questo film doveva uscire nelle sale e non poté mantenere la promessa.
Le potenzialità comiche del film furono fiutate da quel geniaccio di John Landis che ne realizzò una esilarante parodia inserita all'interno di "Ridere per ridere": se non lo avete mai visto correte a procurarvelo perché il dottor Klan con il braccio accessoriato di fon, il suo covo che è peggio di Detroit, la sequenza dei relitti dell'umanità ed una serie devastante di gag vi faranno ridere come non mai.
In forma strepitosa in questo suo ultimo film completato in tutte le sequenze.
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