Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
Debole sequel dell'omonima e innovativa pellicola diretta da William Friedkin nel 1971. In cabina di regia troviamo il bravo veterano John Frankenheimer, cineasta che ha dato il meglio di sé negli anni 60', qualcosa meno nei 70', per poi "sedersi" quasi completamente negli anni 80' e 90', salvo una parziale rivalutazione con RONIN del 1998, suo penultimo lavoro. In questo secondo capitolo l'ostico Billy Doyle (Gene Hackman) si reca a Marsiglia per affiancare la polizia locale in veste di osservatore, per cercare di arrestare il boss della droga Alain Charnier (Fernando Rey), sfuggitogli nel film precedente. Frankeneimer, come del resto anche il suo collega Friedkin, dimostra di trovarsi a suo agio a girare fuori dai confini nazionali, specie in Europa, cosa che dimostrera' anche con il gia' citato RONIN. La Marsiglia dei bassifondi e' sfruttata molto bene dal regista, in particolare nella sequenza dell'agente di colore infiltrato che viene ucciso in strada. Purtroppo il film e' servito male da una sceneggiatura che si dilunga con un protagonista arrogante e capriccioso con i suoi colleghi francesi, che fa il cascamorto con le adolescenti e che ispira veramente poca simpatia. Stesso discorso per quanto riguarda il sequestro di Doyle da parte degli scagnozzi di Charnier che gli causano la dipendenza da eroina, con la conseguente riabilitazione e disintossicazione. Tutto troppo lungo da fare diventare la pellicola statica e noiosa. Solo nell'inseguimento finale a piedi comincia a muoversi qualcosa, con Doyle che ha lo sguardo allucinato e il fisico ancora debilitato per la dipendenza da eroina, che corre con il fiatone, con l'ossessione di arrestare Charnier. Ma e' un po' troppo tardi per risollevare l'intero film. Nel complesso un risultato poco riuscito con una sufficienza molto risicata.
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